Ad Antiochia (Turchia) una famiglia, per ringraziare l’Italia degli aiuti e del supporto post-terremoto, ha deciso di chiamare il proprio figlio SergioMattarella: al bambino il nome del Presidente della Repubblica. Il racconto del volontario carmagnolese Enrico Perotti.
“Per ringraziare l’Italia degli aiuti e di tutto il supporto che ci sta fornendo dopo il terremoto, abbiamo deciso di chiamare nostro figlio SergioMattarella“: l’incredibile storia di questa famiglia, che vede protagonista un bambino nato lo scorso 16 marzo nei pressi di Antiochia (Turchia), è stata raccontata al nostro giornale da Enrico Perotti, volontario carmagnolese appena rientrato dalla missione EMT-2 Maxiemergenza 118 della Regione Piemonte.
“Quella mattina, nel nostro ospedale da campo, è nato un bimbo, uno dei tanti che abbiamo visto venire alla luce durante i giorni trascorsi in Turchia -ricorda, mostrando una foto del foglio di prima registrazione del piccolo SergioMattarella- La famiglia ha detto di aver scelto quel nome per dire simbolicamente grazie a tutta Italia“.
Nome e cognome del Presidente della Repubblica sono così diventati simbolo della cooperazione italo-turca che si è subito attivata dopo il terribile sisma verificatosi nella notte fra il 5 e il 6 febbraio 2023, con due forti scosse che hanno colpito l’area meridionale della Turchia e le regioni settentrionali della Siria.
La Regione Piemonte, in particolare, ha inviato un’imponente squadra di personale sanitario e volontari ad Antiochia -nell’estremità più a sud del territorio turco, a pochi chilometri dal confine siriano- dove è stato allestita una tendopoli sanitaria in un campo da calcio alla periferia ovest della città.
Alla missione piemontese hanno preso parte anche due carmagnolesi, partiti lo scorso 4 marzo da Caselle e rientrati ieri: la dottoressa Mariachiara Benedetto, che lavora in Chirurgia a Savigliano, e appunto Enrico Perotti, tecnico radiologo dell’Asl TO5 in servizio all’ospedale cittadino “San Lorenzo“.
“Abbiamo lavorato intensamente, con turni molto lunghi, tra scosse di assestamento e boati di edifici che crollano o vengono abbattuti in quanto pericolanti, ma ricevendo in cambio tante, tante soddisfazioni -racconta a caldo Perotti a “Il Carmagnolese”- In queste due settimane abbiamo trattato tantissimi pazienti con brutte conseguenze sia fisiche (fratture saldate malamente, ustioni, ferite infette) che psicologiche (come crisi isteriche o depressioni). Tra le cose più belle c’è stato proprio aver fatto nascere tanti bimbi e bimbe: una speranza per le loro famiglie, il loro Paese e per tutti noi“.
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