Nucleare in Piemonte, il M5S propone un Consiglio regionale aperto

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Il Gruppo del M5S del Piemonte propone di svolgere un Consiglio regionale aperto per discutere della localizzazione del futuro deposito nucleare italiano.

nucleare in piemonte
La localizzazione dell’area TO-7, ritenuta da Sogin potenzialmente idonea a ospitare il futuro centro di stoccaggio dei rifiuti radioattivi italiani

Una riunione del Consiglio regionale aperta a tutti i soggetti interessati, a partire dai Comuni, per discutere del possibile arrivo in Piemonte del deposito nucleare nazionale: questa è la proposta del gruppo regionale del Movimento 5 Stelle, che auspica un confronto serio a livello politico.

Aprire un confronto nelle sedi istituzionali, anziché ridurre tutto a qualche sparata sui social, sarebbe una grande prova di maturità della politica regionale -scrivono i pentastellati in un comunicato stampa- Le Regioni avranno un ruolo cruciale nel processo di confronto con il Governo e i territori. E’ necessario un atteggiamento serio, responsabile e costruttivo che, fino ad ora, non abbiamo visto nelle dichiarazioni degli esponenti del centrodestra regionale“.

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Il M5S chiede che nella seduta siano coinvolti tutti i soggetti interessati: enti locali, associazioni, rappresentanti di categoria.
Nessuna scelta è stata calata dall’alto, siamo solo all’inizio di un percorso decisionale che sarà il più inclusivo e allargato possibile“.

Per il Movimento, la scelta di creare un deposito unico nazionale in cui stoccare i rifiuti radioattivi italiani è un passo avanti, che permetterà anche la bonifica dei quattro siti in Piemonte che, oggi, ospitano l’80% delle scorie italiane.

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Con la pubblicazione dei 67 siti potenzialmente idonei ad ospitare il Deposito Unico nazionale si è aperto, finalmente, un percorso trasparente, serio e responsabile sul futuro delle scorie nucleari in Italia -è il commento contenuto nel comunicato stampa del gruppo regionale grillino- Per lunghi anni i Governi passati hanno tenuto nascosto all’opinione pubblica questo importante documento. Ora, per la prima volta, si è fatta chiarezza, come richiesto da decenni da una larga fetta del mondo ambientalista e le popolazioni che attualmente risiedono nei luoghi di deposito temporanei“.

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