Coronavirus a Carmagnola: parla il sindaco Gaveglio, tra presente e futuro

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Intervista de “Il Carmagnolese” al sindaco di Carmagnola, Ivana Gaveglio, sull’emergenza Coronavirus: ci parla delle criticità attuali, delle difficili scelte fatte (a partire da parchi, mercati e mascherine) e ragiona sul futuro prossimo: “Se sarà consentito da Roma, sospenderemo tutti i tributi locali per il 2020”.

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Intervista al sindaco di Carmagnola, Ivana Gaveglio, sull’emergenza Coronavirus a Carmagnola

Sono passate poco più di tre settimane dal giorno in cui è scattata ufficialmente l’attivazione del Centro Operativo Comunale di Carmagnola, per il primo caso confermato di positività al virus che causa il COVID-19. Circa venti giorni, ma sembra un’era fa, con l’emergenza sanitaria che ha sconvolto le vite di tutti, con i primi decessi anche tra i carmagnolesi, con prospettive ancora incerte sotto ogni punto di vista.
“Il Carmagnolese” ha sentito il sindaco di Carmagnola, Ivana Gaveglio, per fare il punto sull’emergenza Coronavirus.

Qual è, oggi, la situazione a Carmagnola?
La situazione è seria, con dati in continua evoluzione, anche se i numeri dei positivi non si discostano dalla media dei Comuni della zona. L’ospedale San Lorenzo, punto di riferimento non solo per Carmagnola, ha dei reparti specifici Covid oltre al servizio di pre-triage del pronto soccorso. Un certo numero di malati, con sintomi lievi, si trova in isolamento nelle loro abitazioni.

Inoltre, un numero importante di persone accusa sintomi influenzali (da qualche linea di febbre a tosse o dissenteria): non sono e non possono essere riconducibili ufficialmente al Coronavirus, ma i medici di base, che ringrazio per la loro intensissima attività, danno le giuste indicazioni per una quarantena domiciliare.

Ci sono criticità particolari?

Anche da noi, il contagio sta ancora producendo una moltiplicazione dei possibili positivi al virus. La prima criticità che sto riscontrando è la fatica, davvero forte, dei medici e degli infermieri, che possiamo solo allentare cercando di non ammalarci, stando quindi il più possibile ritirati e adottando i comportamenti indicati.

Manca anche, incredibile ma vero, il materiale per proteggere chi è preposto alla cura e a all’assistenza e per chi ha bisogno di essere assistito: per questo Amministrazione comunale, aziende e privati cittadini stanno cercando di comprarlo e fornirlo in primis al San Lorenzo e alla Croce Rossa, in base alle esigenze specifiche.

Senza dimenticare la difficoltà, per chi è in isolamento domiciliare, di riuscire a garantire sufficiente protezione ai propri famigliari: il Comune -attraverso Protezione Civile, Polizia municipale, Cri e Vigili del fuoco- ha messo a disposizione numeri telefonici per assistere queste persone. Anche una telefonata, a volte, è sufficiente.

Quali sono i compiti primari del sindaco in una fase di emergenza come questa?

Il mio preciso compito, ora, è salvaguardare la salute pubblica. Come? Facendo applicare scrupolosamente le norme emesse a livello statale e regionale -un’enorme mole di leggi, in continua evoluzione- ed emettendo eventualmente ordinanze comunali. Vivo con grande apprensione la responsabilità pazzesca che ho sulle spalle.

Anche a Carmagnola è stata aperta fin da subito l’Unità di crisi, che presiedo e coordino ogni giorno e a tutte le ore perché è fondamentale garantire l’erogazione dei servizi, quelli essenziali e non solo; informare puntualmente i cittadini; attivare forme di sostegno a strutture e persone; coordinare le tante iniziative di solidarietà ed esercitare il necessario controllo perché siano rispettate il più possibile le regole.

La gestione dell’emergenza non è sicuramente facile, e costringe il sindaco a prendere anche delle scelte che dividono la popolazione: da quelle relative alle chiusure dei parchi alla gestione dei mercati, fino alle forniture di mascherine. Come avete agito e perché?

È stato necessario prendere decisioni che mai avrei pensato di dover scrivere in ordinanze. Abbiamo dovuto eliminare quella che per molti cittadini era la quotidianità, in un contesto che evolveva molto rapidamente e in cui una decisione apparentemente esagerata avrebbe potuto essere tardiva poche ore dopo.

Abbiamo anticipato scelte del Governo e della Regione, ad esempio con la chiusura dei giardini e dei parchi giochi; abbiamo cercato di mantenere aperti i mercati, nella misura poi indicata anche da Roma, e i cimiteri, con orario ridotto, data la delicatezza del momento in cui non si possono celebrare pubbliche esequie.

Riguardo alle mascherine, abbiamo scelto di non distribuire a tutti pezzi di stoffa o mascherine non certificate, prodotte magari in ambienti non sterilizzati da persone potenzialmente infette. Tutte quelle idonee che abbiamo trovato, per ora, le abbiamo date all’ospedale.

Quali sono le sfide che pensa di dover affrontare nell’immediato futuro?

Dobbiamo continuare a garantire continuità dell’approvvigionamento dei generi alimentari in modo sicuro, offrire al numero maggiore di aziende del territorio la possibilità di sopravvivere, indirizzare le risorse a protezione di chi salva delle vite, accompagnare la popolazione a cambiare il più velocemente possibile abitudini e stili di vita.

Abbiamo destinato subito un fondo comunale di 100 mila euro per fronteggiare la prima emergenza, che affiancheremo a quanto ci assegnerà il Governo.
Inoltre, se ci sarà consentito da Roma, sospenderemo per il 2020 tutti i tributi locali, per lasciare la liquidità a imprese e cittadini.

Che messaggio si sente di mandare il sindaco Ivana Gaveglio ai suoi concittadini relativo a questa Emergenza Coronavirus?

Un messaggio di coraggio, speranza e fede. Sforziamoci a eliminare tutte le possibilità di contagio per noi stessi, per chi è malato adesso, per chi deve continuare a lavorare, non solo negli ospedali, ma anche in tutti quei servizi che a fatica stanno funzionando per noi tutti.

Incoraggiamo le persone che hanno paura del futuro che ripartiremo, con la consapevolezza che siamo diventati più solidali e più attenti al prossimo!