“Volontari anonimi per Castagnole” è una nuova realtà del paese che ha iniziato spontaneamente a pulire l’ambiente dai rifiuti. L’intervista de “Il Carmagnolese” all’ideatore Luca Pautasso per approfondire il progetto.
Quante volte è capitato di passeggiare in campagna e vedere in mezzo ai fossi o nei campi qualche rifiuto? E quante volte si ha avuto l’impulso di raccogliere questa immondizia che di sicuro non fa bene all’ambiente?
Queste sono solo alcune delle domande che hanno spinto dei cittadini di Castagnole Piemonte a rimboccarsi le maniche e agire concretamente per dare respiro all’ambiente: è così nato il gruppo “Volontari anonimi per Castagnole“, che ha scelto di raccogliere i rifiuti presenti nelle campagne del paese.
Il premio Oscar Helen Mirren dà il buon esempio e pulisce dai rifiuti una strada del Salento
Sui loro canali social, la pagina Facebook e il profilo Instagram, documentano i progressi della loro iniziativa con fotografie, video e riflessioni. “Il Carmagnolese” ha incontrato Luca Pautasso, il giovane castagnolese che ha ideato il progetto “Volontari anonimi per Castagnole”.
Com’è nata l’idea di questo progetto?
Io sono solo una persona qualunque con una vita normalissima, anche se da sempre ho un qualcosa dentro che mi fa percepire intensamente ciò che provano gli altri esseri umani o gli animali. Con questo crescendo di sofferenza e di negatività nel mondo, il rimorso dentro di me di non poter fare nulla di concreto e per aiutare è cresciuto a dismisura. Un giorno sono rimasto profondamente turbato dalla grande quantità di immondizie viste in un canale, soprattutto quelle buttate ogni giorno con noncuranza nel mondo… Basta guardare dentro una bealera o fiume, in qualsiasi luogo. Ho intuito quanto soffre il pianeta per l’incoscienza umana e quanto ci distruggiamo con le nostre stesse mani e qualcosa è cambiato dentro di me: è nato il bisogno di fare qualcosa. Mi sono semplicemente chiesto: se le persone si prendono il diritto di buttare i rifiuti nell’ambiente, perché io non posso decidere di raccoglierli? In quell’attimo ho compreso che c’è ancora molto per cui vale la pena combattere: ho semplicemente pensato di chiedere una scopa e mettermi a raccogliere a testa bassa ciò che mi dava tanto fastidio, anche perché non penso che le semplici lamentele o le critiche possano portare a qualche risultato concreto.
Ad oggi quanti volontari siete?
All’inizio ero completamente solo e senza l’appoggio di nessuno, forse perché molti non hanno coscienza della gravità della situazione. Inoltre può anche darsi che la gente pensi che non sia una cosa seria raccogliere immondizie: non è da tutti andare oltre la vergogna di mettersi a raccogliere i rifiuti dentro una bealera sapendo che le persone ti guardano. Tutti sanno che il littering [la cattiva abitudine di abbandonare i rifiuti con indifferenza nelle aree pubbliche, invece di gettarli negli appositi bidoni o cestini dell’immondizia] è sbagliato e si lamentano molto per questo, ma pochi arrivano a pensare di fare qualcosa di veramente concreto per cambiare le cose. Con il tempo, vedendo che facevo sul serio e che ci mettevo il cuore, diverse persone hanno iniziato a unirsi; l’indifferenza e le risate di scherno sono state sostituite da stima e voglia di fare altrettanto. Ora ci sono quasi una decina di persone pronte a aiutarmi, tra cui Matteo, Tiziano, Giorgia, Mattia e Eleonora, che voglio ringraziare pubblicamente per l’appoggio in questa iniziativa.
Qual è lo scopo del gruppo e concretamente come vi muovete sul territorio per raccogliere i rifiuti?
Il nostro obiettivo è solo quello di fare qualcosa di positivo e costruttivo per il benessere della comunità, senza esaltazioni personali, tanto che ci firmiamo anonimi. Cerchiamo di rimanere lontani da ogni polemica e critica inutili, visto che si sa bene che il Comune e gli spazzini non ne possono niente dell’inciviltà delle persone: puoi farti il mazzo quanto vuoi a pulire un’area ma a tempo debito sarà di nuovo sporca a causa di chi passerà dietro. C’è davvero troppa incoscienza: basta guardarsi intorno per rendersi conto di quanti rifiuti ci sono intorno a noi, e la maggior parte di questi sarebbe evitabile se si consegnasse direttamente l’immondizia all’area ecologica, invece di abbandonarla in campagna. Magari cambiare la realtà di un piccolo paese e creare un'”isola felice” in cui vivere è possibile, come una sorta di spiraglio di quel mondo migliore che tutti sognano… Perché no?
Anche il Comune di Castagnole vi ha sostenuto: in cosa consiste questo aiuto?
Mattia Sandrone, il nostro sindaco, è una persona splendida e disponibile, sempre molto impegnato con il suo team per il miglioramento del paese. Quando gli abbiamo proposto l’iniziativa ci ha fornito libero accesso al materiale comunale, ovvero un carretto e degli attrezzi. Noi cerchiamo così nel nostro piccolo di aiutare la natura: ci occupiamo di tutte quelle zone poco in vista che rendono difficile in recupero delle immondizie, ad esempio bealere, fiumi, campi agricoli, boschetti, zone erbose.
Il gruppo è attivo solo a Castagnole oppure vi spostate anche nei paesi limitrofi?
Il sogno sarebbe di poter allargare il nostro raggio d’azione anche agli stradoni non comunali e agli altri paesi. Ciò che abbiamo capito è che da soli si può cambiare davvero poco, quindi solo quando un numero più alto di persone parteciperà si potrà fare qualcosa di veramente grandioso per il territorio.
Quali sono le aspettative del vostro gruppo e quali le preoccupazioni?
La nostra speranza è quella di creare un gruppo saldo e compatto sempre più numeroso, unito da un senso di rispetto reciproco e di fratellanza come ormai è difficile osservare in questo mondo. Se è nato tutto da una singola persona qualunque che ha semplicemente chiesto una scopa, sarebbe stupendo vedere le persone di altri paesi fare lo stesso e imitarci, formando piccolo gruppi di persone ecologiste dedite alla difesa dell’ambiente. Basta chiedere consigli, il permesso al proprio Comune, cercare magari associazioni ambientaliste che si occupano di queste cose, come la Protezione Civile del proprio paese, per poter agire tutelati. Preoccupazioni invece non ce ne sono, perché so che sto facendo qualcosa di così grande che va oltre la mia stessa vita. Forse l’unica tristezza è di poter raccogliere così poco rispetto a quello che vorrei veramente fare, ma purtroppo un singolo uomo può cambiare poco. C’è ancora del bene nel mondo, c’è ancora molto per cui vale la pena amare la vita, il mondo, le persone: non bisogna arrendersi.
Trashtag Challenge: partire da un hashtag virtuale per ripulire il mondo reale