Il laboratorio artigiano del falegname villastellonese Paolo Griva ha chiuso i battenti nelle scorse settimane.
Paolo Griva, l’ultimo falegname e mobiliere di Villastellone, ha chiuso i battenti alla fine dello scorso anno. Dopo di lui…il nulla!
Sembra il finale di un film, ma è proprio così: dei cinque falegnami che c’erano in paese alla fine degli anni Settanta, oggi non ne rimane nessuno, dopo che anche il “mastro minusiere” Paolo è andato in pensione, come è giusto che sia.
Classe 1956, con 43 anni di onorato servizio, Griva ha portato avanti non solo una professione qualificata, ma anche una missione, in cui la progettazione il più delle volte si doveva sposare con la creatività, la fantasia e la funzionalità, concretizzando l’idea del committente.
Per lui c’era solo uno slogan, semplice ed efficace: “La soddisfazione del cliente per le cose fatte bene, è la miglior riuscita del lavoro!”.
Aveva cominciato da dipendente, a metà anni Settanta, carpendo i segreti della professione dai “vecchi”, come si usava allora.
L’occasione della sua vita nel 1983, quando trova in vendita una falegnameria a Villastellone; è già sposato e con una figlia, Simona, il passo è importante ma lui si sente sicuro.
«Mi sono fatto forte soprattutto per la passione che ho sempre avuto per il mio lavoro e con l’appoggio morale, e non solo, di mia moglie», sottolinea.
Il lavoro non gli è mai pesato e non ha mai conosciuto crisi, al massimo un po’ di calo.
Si occupava di tutto: dalla piccola mensola del privato alle infrastrutture interne di case e condomini. Una volta conosciuto, acquisiva altro lavoro da chi andava ad abitare lì, progettando mobili o cucine su misura.
Ma anche cose più insolite, di cui va orgoglioso, come una scala interna di legno pregiato tra due piani, con il sottoscala trasformato in un’enorme cassettiera, oppure un tavolo da pranzo che grazie a una scaletta retrattile, poteva anche fungere da sicura piattaforma per lavori sino al soffitto.
Ha anche costruito negli anni Ottanta il primo prototipo di legno delle colonnine stradali della SIP (la vecchia compagnia dei telefoni), con all’interno le morsettiere, per portare le linee telefoniche in ogni casa. Manufatti poi firmati da Giugiaro e installati a ogni angolo delle strade italiane.
Per un certo periodo è stato anche coadiuvato dal figlio Fabio, che ha poi scelto una strada diversa.
Ora, in pensione, Paolo Griva non si annoia, con quattro nipoti a cui ideare camerette e giochi.
Amici e conoscenti non possono fare a meno dei suoi preziosi consigli: quando gli dicono “e adesso che sei in pensione, come facciamo?”, lui risponde allegramente: “pensionato un Papa, se ne fa un altro!”. Ma forse oggi è più facile trovare un Papa che un bravo falegname…