Verso l’ospedale unico per tutta l’Asl. Addio al San Lorenzo?

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Il futuro del San Lorenzo torna in discussione dopo che la Conferenza dei Sindaci dell’Asl TO5 ha votato all’unanimità, in settembre, a favore del progetto di ospedale unico delineato dall’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, già anticipato da questo giornale sul numero del mese scorso.

L’idea, peraltro non nuova, è di unificare in un solo edificio (realizzato da zero, in una località baricentrica rispetto al territorio dell’Asl, come potrebbe essere Santena) tutti i reparti oggi suddivisi nei tre nosocomi territoriali di Carmagnola, Chieri e Moncalieri, per aumentare l’efficienza e diminuire i costi di gestione.

A destare preoccupazione in città è stata soprattutto l’affermazione relativa alla possibile “vendita delle strutture esistenti per reperire parte dei fondi necessari alla costruzione”, anche se in verità Saitta ha finora citato soltanto l’ospedale Maggiore di Chieri e il Santa Croce di Moncalieri, e comunque tale alienazione avverrà soltanto una volta terminato il nuovo edificio. Nell’operazione “ospedale unico” potranno anche essere coinvolti soggetti privati: gli uffici regionali stanno valutando gli strumenti della concessione e quello leasing, anche per velocizzare i tempi di realizzazione, stimati tra i quattro e i dieci anni. Entro fine ottobre è prevista la pubblicazione di un primo documento ufficiale.

Nel frattempo, comunque, i 40 sindaci del territorio hanno dato un forte avvallo politico al progetto: «Affermiamo la vo­lontà di lavorare insieme alla Regio­ne e all’Asl per la pianificazione, la progettazione e la costruzione di un nuovo ospedale unico, moderno ed efficiente -si legge nel documento approvato dalla Conferenza- Intanto chiediamo il potenziamento dei servizi territoriali e la salvaguar­dia degli attuali presidi ospedalieri».

Silvia Testa sindacoFavorevole, quindi, anche il voto del primo cittadino di Carmagnola, Silvia Testa. «A lungo termine la costruzione di un ospedale unico rappresenta la soluzione alle criticità di questa Asl: tanti doppioni, poco personale, salvaguardia delle eccellenze come emodinamica e terapia intensiva neonatale o aggiunta di servizi come la risonanza magnetica –spiega il sindaco- Con questa scelta si va verso una Sanità di qualità e più efficiente: avete presente arrivare in un ospedale e trovare tutto quello che serve? Per il resto, nella Conferenza dei Sindaci non si è parlato di sede, finanziamenti, tempistiche o altro: le uniche cose ribadite in modo forte sono che la struttura dovrà essere baricentrica, che i mezzi pubblici andranno aumentati e resi più efficienti e che dovranno comunque rimanere i servizi base sul territorio. Il percorso dell’ospedale unico va costruito tutti insieme e Carmagnola deve partecipare come gli altri, attivamente al progetto».

Nel frattempo, non si rischiano ulteriori tagli o depotenziamenti? «Al contrario, il nuovo piano aziendale presentato dall’Asl, anch’esso a settembre, conferma che al San Lorenzo per i prossimi anni rimane tutto quello che è presente attualmente e si aggiungono altri tipi di chirurgia (dall’oculistica alle artroscopie di ginocchio e spalla). Si tratta di un piano redatto con grande intelligenza e buon senso, che mette finalmente in rete i tre nosocomi del territorio».

Il progetto dell’ospedale unico, comunque, non ha mancato di suscitare immediate e forti polemiche in città, in particolare nel mondo politico, con le Opposizioni subito insorte a gridare allo scandalo, accusando l’Amministrazione di aver “venduto” il San Lorenzo, rinnegando le battaglie in sua difesa fatte finora. «Il sindaco non ha firmato né tanto meno venduto nulla –taglia corto Testa- C’è solo tanta confusione, purtroppo alimentata da chi, pur non capendo e sapendo niente, crea allarmismo e lo offre in pasto alla gente».

Piergiorgio Sola – Francesco Rasero