Potrebbe essere installato nel bacino della Cava Germaire, tra Carmagnola e Carignano, il primo impianto fotovoltaico galleggiante del Piemonte; il progetto è affidato alla torinese Coesa srl.
Il primo impianto fotovoltaico galleggiante del Piemonte sorgerà tra Carmagnola e Carignano, sulla sponda destra del Po all’interno del bacino della Cava Germaire, in Regione Germaire?
Ad annunciarlo è la Coesa srl, azienda torinese leader nel settore dell’efficientamento energetico, impegnata nello studio preliminare, progettazione e messa in opera del progetto.
L’impianto sarà costituito da un generatore composto da 9.720 moduli fotovoltaici e da 45 inverter multi-inseguitori -ciascuno con inclinazione di 30° per ottimizzare la produzione- distribuiti su una superficie lorda di circa 5,6 ettari a fronte di un’area di bacino di circa 15 ettari, e a una distanza di almeno 50 metri dalla sponda. La potenza nominale complessiva è di 4.374,00 kWp e garantirà una produzione di circa 6 MW annui, in grado di provvedere all’autoconsumo dell’azienda estrattiva e immettere l’eccedenza in rete.
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“Questo intervento permette di evitare consumo di suolo e strutture fisse e di avere un aumento della produttività -spiega Federico Sandrone, presidente del Consiglio di Amministrazione di COESA– Il panello fotovoltaico, infatti, a differenza di quanto molti pensano, in agosto produce meno che in giugno perché si surriscalda. Sull’acqua però questo problema non c’è perché viene rinfrescato. Inoltre, il pannello galleggiante usa tutta la rifrazione della luce che rimbalza sulla superficie del bacino idrico”.
Continua Sandrone:“Stiamo studiando anche la fauna per fare in modo che l’impianto non interferisca con l’ambiente. I pannelli saranno tenuti a oltre 50 metri dalle rive, dove nidificano gli uccelli, e le loro file saranno distanziate di cinque metri, in modo da non creare ombre dannose per l’ecosistema del lago. Il bacino è di 25 ettari e noi ne copriremo 10, quindi avremo 100 mila metri quadrati di pannelli solari con una copertura discontinua. Li posizioneremo al centro dello specchio d’acqua, dove la profondità è maggiore: 50 metri. Ed è dimostrato che nei bacini chiusi la luce non arriva sotto i dieci metri”.
Dopo che sarà autorizzato da Regione, Arpa ed Ente Parco, l’impianto potrà essere ultimato entro la fine del 2023 e consentirà, ogni anno, una riduzione delle emissioni di inquinanti pari a 3.500 tonnellate di anidride carbonica. Il progetto vedrà anche il coinvolgimento di istituzioni universitarie e di centri di ricerca scientifica.
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