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Fase 2: la Teksid di Carmagnola si prepara a riavviare la produzione

La Teksid di Carmagnola, tra le aziende autorizzate a riaprire con la Fase 2 annunciata da Conte, ha avviato un piano per far ripartire la produzione in modo scaglionato. Orari, mensa, trasporti e sicurezza anti-contagio i nodi più critici.

La Teksid Carmagnola è pronta alla ripartenza della produzione dopo lo stop forzato per l’emergenza Covid-19 (foto dal sito Teksid)

Dovrebbe ripartire la prossima settimana, seppur in forma ridotta, la produzione allo stabilimento Teksid di Carmagnola, principale industria cittadina, che rientra tra le attività autorizzate a riaprire dall’ultimo DPCM del Governo, quello relativo alla (timida) Fase 2.

Già nel corso di questi giorni i primi lavoratori -circa 130, su due turni- hanno fatto rientro in fabbrica, oltre che per le necessarie visite mediche preliminari, anche per avviare alcune attività di ricerca e sviluppo.

Una prima apertura dei cancelli che, nel contempo, ha permesso ai vertici aziendali di studiare al meglio l’organizzazione della ripartenza.

Ripartenza che avverrà comunque in modo molto graduale, con molti impiegati ancora in smart working e sempre con lo spettro di nuove chiusure repentine qualora emergano ulteriori casi di positività al Covid-19.

Nella prima settimana di maggio, stando alle ultime notizie provenienti da fonti interne allo stabilimento Teksid di Carmagnola, saranno richiamati in fabbrica 330 lavoratori, circa un quarto della forza-lavoro totale disponibile a pieno regime, senza terzo turno ma con gli altiforni accesi per far ripartire almeno parzialmente la produzione.

Tale situazione potrebbe prolungarsi nel tempo, con un possibile aumento di operai e impiegati nelle settimane successive -per ora si ipotizza di salire a 500 persone in stabilimento nella settimana dell’11 maggio– ma sempre in considerazione di due fattori principali: l’andamento della situazione sanitaria generale (e relativi provvedimenti da parte di Governo, Regione e Comune) e le richieste di produzione, che al momento paiono essere molto basse per la frenata generale di tutto il comparto.

Nel frattempo, verranno monitorati gli aspetti più critici -su cui i sindacati dei lavoratori hanno annunciato che saranno “intransigenti”- ovvero in particolare l’organizzazione degli orari di lavoro (possibili scaglionamenti per evitare assembramenti a inizio e fine turno) e della mensa aziendale (questa settimana sono stati consegnati dei sacchetti con le vivande), i trasporti (soprattutto quelli collettivi), le misure di igiene e il rispetto dei protocolli di sicurezza anti-contagio all’interno dei vari reparti produttivi.

All’entrata dello stabilimento carmagnolese di via Umberto II, nei prossimi giorni, sarà rilevata la temperatura corporea di tutti i lavoratori in ingresso, inizialmente con un termoscanner manuale per poi arrivare ad avere una postazione fissa.