Come preannunciato nel numero di febbraio, le sorprese preparate per la Tampa Lirica del 5 febbraio scorso si sono materializzate nella persona di Re Peperone che, finalmente libero da altri impegni e in piene celebrazioni carnevalesche, ha accettato con entusiasmo l’invito degli organizzatori, dando lustro alla serata musicale con la sua presenza. Intervistato, si è dichiarato entusiasta sia dell’accoglienza ricevuta che dell’atmosfera elettrizzante presente in sala, accentuata dal clima festaiolo indotto dall’occasione.
Un’altra graditissima sorpresa è stata la partecipazione del gruppo canoro carmagnolese Gaudeamus, specializzato in un repertorio prettamente medievale, perfettamente in tema con la serata in maschera, ispirata a un’epoca che si sta sempre più rivalutando, quindi non più conosciuta solo come periodo buio, ma anche ricca di innovazioni e fantasia, rappresentata principalmente dai Clerici Vagantes cui si ispira il gruppo. Questi novelli “clerici” hanno dispensato gioia ed allegria muovendosi tra i tavoli cantando i brani del loro ricco repertorio anche linguistico –latino, inglese, tedesco, perfino norvegese antico!– tra cui spiccava quello che viene considerato l’inno di questo genere, i Carmina Burana, nella versione originale , non in quella mastodontica orchestrata da Carl Orff.
La sempre brillante e carismatica Paola Bertello ha quindi guidato con maestria l’allegra compagnia, nella quale spiccavano Alberto Cipolla, questa volta alle prese con il flauto dolce, e Stefano Ricca, che scandiva il ritmo con
un poderoso tamburo.
Un momento di commozione c’è stato quando il Patron della manifestazione, Attilio Cocchi, ha voluto ricordare il suo papà, celebre cantante degli anni Quaranta e altrettanto celebre cuoco in Carmagnola, nel centesimo anniversario della sua nascita, con una biografia letta dal presentatore Roberto Bertalmia, intervallata da tre brani incisi a suo tempo. Infine, secondo una tradizione ormai consolidata, è stata una gara tra gli affezionati e storici partecipanti, ai quali si sono aggiunti diversi nuovi cantanti, richiamati dalla fama di questa vecchia e nuova idea di esibizione canora, a voler eseguire brani operistici e operettistici.
I cori improvvisati hanno fatto il resto. Il cibo e i vini serviti hanno contribuito -come sempre ad aumentare il tasso di partecipazione di tutti, non solo di solisti.