Pubblicato il nuovo libro di Attilio Celeghini “Sul bordo del giorno”, tra romanzo di formazione, noir e thriller psicologico. La nostra intervista allo scrittore e giornalista carmagnolese.
Attilio Celeghini, scrittore e giornalista professionista, ha recentemente pubblicato un nuovo romanzo, dal titolo “Sul bordo del giorno”, un intreccio per rappresentare il diritto all’infanzia. “Il Carmagnolese” lo ha intervistato.
Innanzitutto, che legame ha con la città di Carmagnola?
Direi profondo: sono nato a Carmagnola e ho vissuto a San Bernardo per 34 anni. Dopo che mi sono sposato, mi sono trasferito, ma il peperone resta nel cuore, ovviamente.
In che senso, per lei, la scrittura è “una sorta di affascinante incognita”?
La scrittura è innanzitutto una passione che mi piacerebbe coltivare con maggiore frequenza; un’incognita perché è un viaggio imprevedibile, un cammino che intraprendi a braccetto con la storia che hai in mente: hai un’idea in testa, immagini come sarà la partenza, ma non sai ancora dove arriverai, quali saranno gli sviluppi, che cosa incontrerai nel percorso. Nasce e cresce con te giorno per giorno, pagina per pagina.
A distanza di nove anni dall’uscita del romanzo introspettivo “Tutto il mondo fuori”, come si è sviluppata l’idea di questo nuovo libro “Sul bordo del giorno”?
In questi nove anni ho iniziato diversi soggetti, ma alla lunga non mi convincevano e li ho abbandonati. Avevo pensato a una storia ispirata alla tragedia di Alfredino Rampi, ma è stato un incidente così drammatico che ho avuto paura di tradirlo. L’ultimo soggetto, “Sul bordo del giorno”, ha vinto. A influenzarmi maggiormente sono stati i molti casi di cronaca degli ultimi anni che hanno coinvolto minori. Documentandomi, mi sono reso conto di un aspetto su cui non mi ero mai soffermato: ogni giorno, nessuno escluso, emerge un fatto di cronaca che ha come vittime bambini o ragazzi, la parte più debole e indifesa della società. È inquietante, ma mi ha fatto riflettere molto.
Quali sono gli elementi di continuità rispetto alle pubblicazioni precedenti?
L’elemento di raccordo con i precedenti libri resta la dimensione della provincia. In primis, perché è una dimensione che conosco bene; inoltre la provincia italiana è per antonomasia la culla del noir, dei segreti inconfessabili, dove noia e immobilismo celano sottotraccia un lato oscuro; insomma lo sfondo ideale per la storia che volevo trattare in questo libro, ambientato nel 1992, un anno che ha lasciato un profondo segno nel nostro Paese.
Chi sono i destinatari del romanzo e perché?
Se dovessi paragonare il libro a una ricetta, direi che ho inserito un po’ di romanzo formazione, un po’ di noir, un po’ di thriller psicologico. Indicherei come destinatari i lettori interessati a questi generi.
Progetti futuri sul breve e/o lungo termine?
Al momento spero che il pubblico apprezzi questo! Comunque, sì, ho già un paio di soggetti in testa. Sui tempi di realizzazione, non mi pronuncio. Spero che non passeranno altri nove anni.
Roberto Ratto
#Iorestoacasa, quali libri leggere? I consigli del Gruppo di Lettura Carmagnola