Italia Viva: “La nascita del distretto del cibo del Chierese e del Carmagnolese è la soluzione contro la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi a Carmagnola: occorre accelerarne la costituzione”.
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Italia Viva del Chierese e del Carmagnolese in merito all’individuazione di Carmagnola tra i 67 siti in cui potrebbe nascere il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e sull’importanza di attivare subito il Distretto del Cibo sul territorio:
Tra i 12 siti risultati più idonei a ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, sette sono stati individuati in Piemonte; di questi due nella Città metropolitana di Torino e in particolare uno a Carmagnola, nei pressi del confine con Poirino.
In seguito avremo modo di verificare la corretta applicazione dei criteri utilizzati per
la selezione dei 67 siti risultati idonei ad ospitare l’impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività.
Tuttavia uno di questi, il numero 11, afferma che per la scelta del sito occorre valutare con attenzione le zone con “produzioni agricole di particolare qualità e tipicità”.
Con quali criteri sono stati scelti i siti per il deposito nucleare?
Il Chierese e il Carmagnolese sono già ora noti per le loro eccellenze nelle produzioni
agricole di alta qualità e tipicità riconosciute e apprezzate a livello nazionale con manifestazioni di richiamo internazionale.
L’esistente è alla base di una alta progettualità di sviluppo e di crescita che configura la nostra zona a pieno titolo con “produzioni agricole di particolare qualità e tipicità”.
Tutta la nostra area omogenea 11, infatti, da anni ha manifestato l’intento a voler “Nutrire la Città metropolitana” e ha avviato l’iter per diventare “Distretto del Cibo del Chierese e del Carmagnolese“.
Il 13 novembre 2020 la Giunta regionale del Piemonte ha approvato il nuovo regolamento sull’individuazione, la costituzione, il riconoscimento e il funzionamento dei futuri “Distretti del Cibo”.
Pertanto ora il distretto può diventare realtà ed essere uno dei motori della ripresa post Covid-19 e allontanare per sempre la localizzazione quale sito per i rifiuti radioattivi che è incompatibile con la documentata vocazione agricola/turistica del territorio.
Con l’approvazione del regolamento regionale è stato completato il quadro normativo per poterlo realizzare, ma oggi inizia la vera sfida: costruirlo mettendo insieme pubblico e privato, imprese piccole e grandi di tutta la filiera agroindustriale a partire dalle imprese agricole per sviluppare il nostro territorio.
Carmagnola tra i possibili siti per il deposito nazionale di scorie nucleari
Adesso chi davvero crede nell’alta qualità agricola e nella tipicità delle nostre produzioni è chiamato ad attivarsi in prima persona affinché si costituisca una società tra aziende, enti locali, altri soggetti associativi e privati per dare forma al “Distretto del cibo del Chierese e del Carmagnolese”.
Cosa occorre fare? Ecco i prossimi passi:
● costituire una nuova società fra tutti i soggetti del territorio, una Srl per esempio
● conferire il capitale sociale
● nominare un legale rappresentante
● richiedere ed ottenere il riconoscimento di distretto del cibo
● elaborare un Piano triennale di distretto
Il nostro territorio ha lavorato per anni per impostare questo ambizioso progetto: occorre accelerarne il processo che avrebbe potuto prolungarsi nel tempo mentre ora deve concretizzarsi necessariamente nel 2021.
Deposito nazionale delle scorie nucleari, è pubblica la mappa dei 67 siti idonei in Italia
Il lavoro inizia adesso! Dobbiamo dimostrare di saper lavorare insieme a vantaggio di tutta la Comunità: un progetto che deve partire subito facendo tesoro di tutte le competenze e le risorse disponibili sul territorio senza campanilismi.
I referenti di Italia Viva del Chierese e Carmagnolese
Federica Zamboni e Pier Antonio Pasquero