Intervista a Gianni Vascellari, il poirinese che ha deciso di documentare la pandemia attraverso le fotografie ai volti di alcuni cittadini di Poirino, di Pralormo e di Villastellone all’interno del progetto “Sorrisi sospesi ai tempi del Covid-19”.
Dopo Poirino e Pralormo, Gianni Vascellari arriva anche a Villastellone, con l’intenzione di proseguire il progetto fotografico “Sorrisi sospesi ai tempi del Covid-19“: l’obiettivo che si pone è di raccontare la pandemia attraverso le fotografie dei volti dei cittadini. “Il Carmagnolese” lo ha intervistato.
Chi è il fotografo Gianni Vascellari?
Veneto di nascita e poirinese di adozione, sono un consulente di digital marketing affascinato dalla fotografia. Il forte interesse verso questa disciplina mi ha spinto a trasformare questa passione nel mio secondo lavoro. Nel corso degli anni ho sperimentato diversi stili, passando dai paesaggi all’arte astratta: mi sono infine reso conto della mia predilezione per le fotografie alle persone che, oramai, sono presenti in ogni mio scatto.
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Come ha avuto inizio il progetto “Sorrisi sospesi ai tempi del Covid-19”?
Questa iniziativa nasce dalla convinzione che la fotografia sia un ricordo permanente di uno specifico momento. A questo proposito, ritengo che sia utile documentare non solo gli attimi positivi, ma anche determinati periodi difficili, come quello che stiamo vivendo attualmente. Durante il primo lockdown, ho iniziato a fotografare le file alle bancarelle dei mercati della zona: in seguito, ho iniziato a chiedere alle persone se volessero essere protagoniste di qualche scatto. La mascherina ha avuto un ruolo fondamentale in questa opera in quanto si è trasformata in una sorta di scudo di protezione che incoraggiava i passanti ad alzare lo sguardo. Nelle prime settimane non avevo un progetto ben definito, al contrario di adesso: all’inizio il mio soggetto erano le mascherine e, per questo motivo, andavo alla ricerca di quelle più colorate e particolari.
E poi? Cosa è cambiato?
Con il passare del tempo mi sono accorto che in realtà quello che guardavo realmente erano gli occhi delle persone. Lo stesso accadeva ai soggetti che fotografo i quali, non appena mostravo loro la foto, ispezionavano immediatamente lo sguardo e le emozioni che trasmetteva. Due anni fa, avremmo considerato bizzarre le immagini di individui con la mascherina; al contrario, oggi siamo talmente abituati a vedere gli altri con la bocca e il naso coperto che notiamo chi non la indossa. Per questo motivo, le persone hanno iniziato a guardarsi oltre la mascherina.
A chi scatta le fotografie?
Scatto le fotografie a tutti coloro che decidono di accettare lo scambio che propongo: dal momento che per poter pubblicare le immagini è necessario essere in possesso di un’autorizzazione da parte del soggetto fotografato, in cambio della firma della liberatoria scritta, regalo la stampa del ritratto come segno di riconoscimento per aver dato il proprio contributo per il progetto.
Come è nata l’idea del titolo “Sorrisi sospesi al tempo del Covid-19”?
Il titolo richiama il concetto di speranza: ad oggi, il sorriso delle persone, elemento importante per comunicare, è sospeso in quanto temporaneamente coperto dalla mascherina e in attesa di tornare visibile a tutti. Quando scatto le fotografie invito sempre le persone a sorridere perché non si sorride solo con la bocca ma anche con gli occhi.
Quale aspetto apprezza maggiormente del progetto?
Questo progetto, così come la mia professione in generale, mi permette di entrare in contatto con moltissima gente ed è il lato che preferisco in assoluto: conoscere storie, mestieri e progetti altrui è una ricchezza indescrivibile. Il ritratto fotografico è un modo per creare un rapporto tra due persone ed è il documento che attesta l’effettivo incontro tra me e l’altro e il tempo che ci siamo dedicati a vicenda. Sono numerose le persone che all’inizio sono diffidenti nei miei confronti e sono più propense ad ignorarmi che a parlarmi: dopo la fotografia, molte di queste si ricordano di me, mi riconoscono e mi fanno un cenno quando ci incontriamo e, a volte, scambiamo anche qualche chiacchiera. Alcuni, addirittura, si abbassano la mascherina da lontano per sorridermi, un po’ come quando un tempo ci si toglieva il cappello per salutare le persone. Un altro elemento che apprezzo particolarmente è la reazione alla vista del proprio ritratto stampato. A questo proposito, mi ricordo nello specifico di un signore che, nel momento in cui ha visto la propria fotografia, ne è rimasto completamente incantato e si è commosso. Questa è la dimostrazione che, attraverso un’immagine, sono riuscito a raggiungere le persone.
Che cosa lo ha colpito in modo negativo?
Uno degli aspetti che ho notato è la diffidenza dei passanti quando propongo loro una fotografia: spesso vengo guardato con sospetto perché si ha il timore di essere truffati in qualche modo. Si tratta comunque di una situazione temporanea, che muta nel momento in cui si inizia a chiacchierare e a conoscersi. Penso che l’elemento negativo che mi ha segnato maggiormente sia stato il rifiuto duro e maleducato in un paio di occasioni nel momento in cui ho consegnato ai destinatari il proprio scatto. In questi casi, sono rimasto molto dispiaciuto che non sia stato compreso il valore della fotografia né in quanto regalo né come raffigurazione personale. Fortunatamente, si tratta di episodi rari: infatti, sono diverse le persone che, dopo aver ricevuto l’immagine, mi fermano per strada e tengono a sottolineare che conservano ancora il proprio ritratto. É un gesto che mi rende molto felice.
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Il progetto è approdato anche a Villastellone…
Sì, non appena è venuto a conoscenza di questo lavoro il Comune mi ha contattato e mi ha proposto di cofinanziare la parte del progetto dedicata ai villastellonesi. La ragione per cui “Sorrisi sospesi al tempo del Covid-19” è piaciuto è legata alla possibilità di avere una raccolta di fotografie degli abitanti del paese: di chi ci cresce, di è solo di passaggio e di chi decide di vivervi stabilmente per tutta la vita. Quando avrò raccolto 80-90 ritratti circa, verranno redatte due tipologie di libri: una sarà conservata nell’archivio storico comunale, mentre l’altra potrà essere consultata dai cittadini in biblioteca.
E per il futuro?
Accetto volentieri idee e suggerimenti per sviluppare e trasformare ulteriormente questo progetto. Al momento, ho in mente di creare un libro che unisca immagini e parole: ai singoli ritratti mi piacerebbe affiancare il nome della persona, il mestiere e una frase che esprima le sue sensazioni e il pensiero relativamente all’attuale periodo. Inoltre, per quanto riguarda l’esposizione, uno dei miei desideri è di tappezzare un muro di una quarantina di metri con i volti delle persone utilizzando la carta dei manifesti: sto riscontrando tuttavia alcune difficoltà a trovare qualcuno che metta a disposizione la propria parete per questa idea. Infine, al termine della pandemia Covid-19 mi piacerebbe scattare nuove fotografie a chi è stato protagonista dei miei scatti in questo periodo per vederne i mutamenti.
Ad oggi dove è possibile trovare le sue fotografie dedicate alla pandemia Covid-19?
Al momento i ritratti sono esposti nella vetrina del negozio “Acconciature capricci” in via Amaretti 7 a Poirino e all’hotel “Rioverde” in via Alba 10 a Pralormo. Alcuni scatti sono poi visibili sulla mia pagina Facebook e sul mio sito web.