Scorie nucleari, Comuni e Città metropolitana sollecitano i parlamentari piemontesi

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In vista del 5 luglio, termine della proroga sulle proposte in merito all’individuazione dei territori potenzialmente idonei a ospitare il deposito di scorie nucleari, la Città metropolitana di Torino e i Comuni coinvolti hanno chiamato a raccolta i parlamentari piemontesi per chiedere aggiornamenti e sollecitare attenzione.

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Deposito nazionale di scorie nucleari, interpellati i parlamentari piemontesi (foto: Regione Piemonte)

La Città metropolitana di Torino e i sindaci dei Comuni coinvolti, tra cui Carmagnola e Poirino, particolarmente preoccupati che l’allarme sul rischio di insediamento del deposito nazionale di scorie nucleari sia calato, hanno contattato i parlamentari piemontesi chiedendo loro di farsi parte attiva affinché a Roma le scelte siano fatte su basi tecniche, tenendo conto delle osservazioni redatte dagli esperti.

Le deputate Elisa Pirro, Jessica Costanzo, Silvia Fregolent, Daniela Ruffino e Augusta Montaruli hanno accolto l’invito del vicesindaco di Città metropolitana di Torino, Marco Marocco; anche gli onorevoli Carlo Giacometto e Mino Taricco hanno inviato un messaggio garantendo il loro impegno.

Per noi è una conferma del buon lavoro svolto da Città Metropolitana insieme alle Amministrazioni locali nel preparare le osservazioni”, ha commentato Marocco.

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Intanto, anche la Regione Piemonte ha deliberato la sua contrarietà a ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, mentre il Consiglio regionale, con una lettera inviata ai ministeri della Transizione Ecologica e dello Sviluppo economico, ha chiesto al Governo “una rapida decisione per la costituzione del deposito nazionale di scorie nucleari“.

Nel corso del dibattito sono intervenuti sull’argomento i commissari Giorgio Bertola e  Mauro Campo (Movimento 5 Stelle), Roberto Ravello (Fratelli d’Italia) e Andrea Fluttero (Forza Italia) che hanno sottolineato la necessità di intervenire sulla messa in sicurezza degli impianti, sul loro recupero e sulle modalità di intervento del materiale radioattivo italiano detenuto da altri Paesi.

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