Quasi 5 mln di euro l’impatto economico di Peperò sul territorio

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In data odierna, lunedì 14 novembre 2016, presso la Sala Stampa della Regione Piemonte a Torino, si è svolta la conferenza stampa di presentazione dei risultati di due qualificate ricerche universitarie sugli effetti economico, sociologico e turistico delle manifestazioni “Peperò, 67a Sagra del Peperone” di Carmagnola e “20a Mostra Regionale della Toma di Lanzo e dei Formaggi d’Alpeggio” di Usseglio, due eccellenze della provincia di Torino e del panorama nazionale delle manifestazioni enogastronomiche e culturali che confermano il loro successo anche attraverso questi dati.
conf_stampa_mdAll’evento era presente anche il Sindaco di Carmagnola, Ivana Gaveglio.
La ricerca ha stimato l’impatto economico totale nel breve periodo determinato dall’aumento transitorio della domanda nei settori di attività maggiormente legati alla manifestazione: alloggi, ristoranti, caffè e bar, visite culturali e trasporti. L’impatto economico totale (minimo) dell’edizione 2016 della Sagra del Peperone è stato di €4.917.882 (+87% rispetto al 2015, +128% rispetto al 2014). Si identifica la causa di tale straordinario aumento dell’impatto economico dell’evento nella maggiore presenza (+9% sull’intera popolazione rispetto al 2015) di turisti italiani e stranieri che si sono recati a Carmagnola nei giorni della Sagra esclusivamente per partecipare alla stessa.
Lo studio dell’impatto economico è stato effettuato restringendo il campione, considerando solo i “visitatori che risiedono al di fuori della provincia di Torino motivati dalla Sagra”. Il risultato dell’elaborazione costituisce quindi l’impatto economico minimale (soglia inferiore) della Sagra, ottenendo una spesa totale prodotta pari a €15.270, cifra è pari a quasi 4 volte la spesa prodotta dai sottogruppi corrispondenti nel campione del 2015 (4.213 €) e del 2014 (3.810 €). Questo perché rispetto al 2015 sono aumentati di 8 punti percentuali sull’intero campione i turisti altamente motivati che si sono recati a Carmagnola proprio per la Sagra.
Per l’analisi delle componenti più prettamente sociologiche si è utilizzato il concetto di capitale sociale istantaneo che ha registrato un leggero, -9%, rispetto al 2015, associabile ad uno scollamento tra l’esperienza di partecipazione alla Sagra e la generazione di fiducia nel territorio che la ospita.
In totale i questionari raccolti sono stati 868, 62% da donne e il 38% da uomini, il 36% con meno di 25 anni (+12% rispetto al 2015), e circa il 60% con meno di 40 anni. Questo dato evidenzia un’inversione di tendenza rispetto a quella osservata negli anni precedenti, in cui invece si è registrata un’alta percentuale di over 40.
La provenienza degli spettatori è alquanto eterogenea e, rispetto agli anni precedenti, é aumentata la percentuale di partecipanti alla Sagra provenienti da fuori della Provincia di Torino. La maggior parte dei visitatori non residenti a Carmagnola sono turisti non originari e quindi il turismo della Sagra non è un turismo cosiddetto “di rientro”.
Quasi tutti i turisti stranieri vengono alla Sagra per restarci e viverla (pernottando a Carmagnola), mentre la maggior parte dei turisti italiani sono “di passaggio”, magari approfittando della Sagra per visitare altri luoghi vicini a Carmagnola, probabilmente pernottandoci.
Il 32% degli utenti italiani non residenti a Carmagnola e il 74% dei turisti stranieri hanno visitato la Sagra per la prima volta, segno che l’evento svolge sempre un importante ruolo di attrazione di nuovi utenti nel territorio che lo ospita.
Un dato molto significativo è che l’89% degli intervistati (il 93% durante la scorsa edizione) parteciperebbe comunque alla Sagra anche se non fossero presenti ospiti di livello nazionale e internazionale, mentre solo il 54% (il 66% durante la scorsa edizione) parteciperebbe ugualmente se non fossero presenti le piazze enogastronomiche.
Come per le altre due edizioni, le aree di maggiore interesse della Sagra sono le aree enogastronomiche e meno interesse suscitano i negozi e le rassegne commerciali, comunque segno di un’offerta culturale alquanto variegata. A conferma di ciò, l’offerta gastronomica è ritenuta soddisfacente dal 96% degli intervistati (+1% rispetto alla scorsa edizione), soprattutto per la sua qualità (47%) e varietà (39%), meno invece per il prezzo (7%) e le novità (8%).
In merito all’offerta artistica, vi è eterogeneità delle preferenze: comici (32%), musica giovanile (29%), musica da ballo (16%), musica tradizionale piemontese (11%) e il teatro (6%), musica tradizionale di altre regioni ed altri paesi (5%).
Per quanto riguarda la spesa percepita e quella ritenuta congrua per l’organizzazione degli spettacoli artistici si ha che il 92% degli intervistati crede che si siano spesi meno di €30.000 per l’organizzazione, mentre il 78% crede che spendere meno di €30.000 sia congruo. Segno di una, seppur moderata, richiesta di maggiore investimento finanziario nei pur apprezzati spettacoli artistici.
Infine le note negative. Solo l’8% degli intervistati dichiara di attendere il periodo della Sagra per fare acquisti specifici, inoltre, la lista dei servizi da potenziare è lunga: i parcheggi (18%) «vincono» questa speciale classifica al contrario (anche se il dato è decisamente migliorato rispetto al 49% dello scorso anno); seguono i servizi pubblici (14%) e le navette (9%).

La ricerca è stata condotta da un team di ricercatori coordinati e guidati dal dott. Giuseppe Attanasi, ricercatore confermato dell’Università di Lille 1 e dell’ Università Bocconi, e dalla dott.ssa Valentina Rotondi del Politecnico di Milano con la partecipazione del Laboratoire d’Economie Experimentale de Strasbourg (LEES) dell’Université de Strasbourg (Francia) e dei Laboratori d’Economia Experimental (LEE) dell’ Universitat Jaume I Castellón (Spagna).
Lo scopo di queste ricerche è quello di misurare gli effetti economico-sociologici delle due manifestazioni sul turismo culturale nello loro città e nella Provincia di Torino che non vogliono essere semplicemente un momento di informazione sulle rilevazioni statistiche dei dati di affluenza, quanto piuttosto un tentativo di monitorare, attraverso la raccolta continuativa dei dati nel tempo, l’impatto economico ed il capitale sociale generato sull’economia locale.
La metodologia utilizzata per la raccolta dei dati è consistita in un questionario cartaceo somministrato ai visitatori nel corso delle due manifestazioni da parte di diversi intervistatori, studenti di istituti superiori del territorio appositamente formati per questo genere di rilevazioni.