Pubblicato il rapporto annuale di Città metropolitana di Torino e Arpa Piemonte che riporta in dettaglio i dati sulla qualità dell’aria nel Torinese, riguardanti il 2020. Nonostante l’aumento del particolato -causato soprattutto dai sistemi di riscaldamento- sono ridotte le emissioni dovute al traffico veicolare, complice il lockdown.
Dall’analisi emerge che diminuiscono le concentrazioni generali di tutti gli inquinanti che derivano dal traffico veicolare, la cui riduzione dovuta alle limitazioni per l’emergenza Covid-19, però, non è stata sufficiente a contrastare l’aumento delle concentrazioni di particolato PM10 e PM2,5 e di Benzo(a)pirene, causato da un maggiore uso dei sistemi di riscaldamento e da condizioni meteorologiche sfavorevoli.
Nell’attuale edizione del documento sono presenti sezioni dettagliate per tutti gli inquinanti previsti dalla normativa di settore e non solo, sono anche disponibili dati e approfondimenti sulle caratteristiche meteorologiche dell’anno 2020, sull’impatto dei provvedimenti legati all’emergenza Covid-19, sulla mutagenicità del particolato, sulle emissioni dei veicoli a motore e sull’applicazione del protocollo antismog.
Nel dettaglio, la rete di monitoraggio composta da 21 postazioni fisse e una mobile -presenti anche a Carmagnola e Vinovo– ha permesso di rilevare che dei dodici inquinanti per i quali sono stabiliti valori di riferimento, nove -monossido di carbonio (CO), biossido di zolfo (SO2), benzene, metalli (Pb, As, Cd, Ni), benzo(a)pirene e PM2,5- hanno rispettato nel 2020 come negli anni precedenti i valori limite e obiettivo su tutto il territorio metropolitano.
Tra gli inquinanti i cui valori non sono stati rispettati figurano l’ozono, gas concentrato prevalentemente sopra alla Pianura Padana, la cui misura ha superato anche i 140 μg/m3 (ben oltre il valore guida normativo di 120 µg/m3), e il particolato sospeso, classificato in PM10 e PM2,5 e costituito dall’insieme di tutto il materiale non gassoso, generalmente solido in sospensione nell’aria, che ha registrato un elevato aumento nei valori limiti giornalieri rispetto all’anno precedente.
Questi risultati derivano in parte da una situazione climatica sfavorevole. Infatti, il 2020 è stato è il sesto più caldo degli ultimi 63 anni, con una temperatura media di circa 10,6°C ed un’anomalia termica positiva di circa +1,1 °C rispetto al periodo 1971-2000, e anche il 24° anno meno piovoso a partire dal 1958, con soli 6 mm medi di precipitazioni a Novembre, il mese più secco dell’annata.
Inquinamento atmosferico, quanto costa economicamente ai cittadini?