“Pretendiamo pari dignità e pari diritti anche per i cittadini del bacino Carmagnolese”: il sindaco di Carmagnola, Ivana Gaveglio, ha scritto una dura lettera alla Regione Piemonte, chiedendo chiarimenti in merito alla chiusura del pronto soccorso dell’ospedale San Lorenzo e sollevando diversi interrogativi.
Una durissima lettera è stata inviata ufficialmente questa mattina dal sindaco di Carmagnola, Ivana Gaveglio, alla Regione Piemonte, in merito alla chiusura h24 del Pronto soccorso dell’ospedale San Lorenzo decisa d’urgenza ieri dall’Unità di Crisi per la gestione della pandemia Covid-19.
La missiva –indirizzata all’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, nonché ai responsabili delle altre strutture regionali che hanno preso la decisione- solleva diverse questioni, oltre a far trapelare, tra le righe, una decisa irritazione per lo sgarbo istituzionale, dato che solo pochi giorni prima la Regione aveva rassicurato il Comune in merito a una chiusura soltanto notturna del reparto di emergenza.
Pronto soccorso di Carmagnola chiuso 24 ore su 24, già da questa sera
“Ho appreso ieri da una telefonata del direttore generale dell’Asl TO5, Massimo Uberti, della chiusura immediata del Pronto soccorso di Carmagnola e della sospensione di tutte le attività ordinarie di ricovero e ambulatoriali non urgenti, con esclusione di quelle per patologie oncologiche -è l’incipit della lettera firmata dal Primo Cittadino carmagnolese- Sono ben consapevole che la pericolosa crescita dei contagi si somma alla altrettanto drammatica carenza di personale nelle strutture ospedaliere. Mai come oggi, però, è necessaria la massima collaborazione, perché inquietudini e insofferenze crescenti tra le persone, se non accompagnate da informazioni condivise, chiare e trasparenti, possono provocare conseguenze gravi, purtroppo sempre più probabili“.
Gaveglio sottopone quindi l’assessore Icardi e i suoi collaboratori a una raffica di domande, che si spera possano a breve ottenere risposte esaustive: “Qual è la motivazione della chiusura del Pronto soccorso di Carmagnola, non essendo ancora partiti gli importanti lavori di trasformazione in ospedale Covid, che non prevedono comunque la chiusura di questo reparto ma la sua ristrutturazione, come previsto dalla delibera della Giunta regionale del 12 giugno?“.
E ancora: “Se i pronto soccorso di Moncalieri e Chieri rimangono aperti, quali sono i criteri di questa scelta? Perché il laboratorio analisi dei tamponi è stato allestito a Moncalieri e non a Carmagnola, dato che è il San Lorenzo che si appresta a diventare Covid Hospital ed è a Carmagnola che si effettua il servizio di somministrazione dei tamponi? Quando intenderete, come già richiesto, potenziare il servizio di medici USCA e la continuità assistenziale?“.
Code e disagi per i tamponi Covid a Carmagnola, si cerca una soluzione
Seguono quindi domande per conoscere la situazione puntuale nei tre ospedali dell’Asl TO5, a partire dai posti di terapia intensiva presenti e quelli attualmente occupati, oltre a sottolineare come in alcuni Distretti dell’Asl, quelli di Moncalieri e Nichelino, non sia stato allestito il servizio pit-stop per i tamponi, nonostante abbiano un bacino di oltre 100 mila abitanti, facendo quindi ricadere l’onere (e i disagi) su Carmagnola e Chieri?
“Carmagnola sta offrendo alla Comunità di tutta l’Asl un importante servizio -conclude il sindaco, auspicando “sollecito riscontro” alla sua lettera- Privare la nostra città del servizio di Pronto soccorso significa sacrificare ulteriormente un bacino di cittadini che deve avere pari dignità e pari diritti, soprattutto in un periodo grave come quello che stiamo vivendo“.
Carmagnola, Pronto soccorso chiuso h24: cresce la protesta sul web