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Polemica politica a Carmagnola sulla chiusura della Ludoteca comunale

Centro-sinistra all’attacco in Consiglio comunale sulla repentina chiusura della Ludoteca comunale. Il vicesindaco Cammarata: «costi troppo alti per così pochi bambini, non era più sostenibile».

La Ludoteca comunale di Carmagnola era un servizio complementare dalle 16 alle 19 nei giorni scolastici: ora è polemica per la chiusura, annunciata repentinamente a settembre (foto @ Facebook)

La chiusura della Ludoteca comunale di Carmagnola, annunciata come mancata riapertura all’avvio di questo nuovo anno scolastico, è finita sui banchi del Consiglio comunale, suscitando dibattito tra l’Opposizione di centro-sinistra e l’Amministrazione.

Gli esponenti di Partito Democratico e Carmagnola Civica hanno presentato un’interpellanza in merito, chiedendo i motivi di una decisione che avevano «appreso con stupore attraverso un messaggio Facebook» e sottolineando che si trattava di «un servizio attivo da più di 20 anni».

«Apprezzata da molte famiglie, la Ludoteca era diventata uno spazio di riferimento per i genitori che avevano trovato la professionalità di educatrici e di educatori che sono stati loro di aiuto e di supporto», hanno aggiunto dalla Minoranza.

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La risposta è arrivata dal vicesindaco Alessandro Cammarata, assessore all’Istruzione: «Chiudere dei servizi non è mai bello, ma bisogna fare i conti con il bilancio -ha replicato- In questo caso si avevano entrate per 4700 euro a fronte di 35 mila euro di spese».

Il tutto, per un servizio rivolto a un ristretto numero di nuclei famigliari: «Sono 10 i bambini che lo scorso anno hanno frequentato sempre la Ludoteca, due solo per nove mesi e altri otto saltuariamente, per pochi mesi ciascuno -prosegue Cammarata- Significa 2600-2900 euro all’anno a bambino, per un servizio dalle 16 alle 19 nei giorni feriali. Un costo davvero importante e non sostenibile dai conti pubblici».

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Il vicesindaco ha quindi dichiarato che sono in corso colloqui diretti con i genitori, dopo un incontro plenario in cui è stata messa a fuoco la situazione: «Anche loro, conosciuta la situazione, hanno concordato sull’insostenibilità del servizio. Ora stiamo studiando insieme un eventuale percorso alternativo, per capire se si possa avere un’esperienza simile senza tali costi né passare per forza dalla gestione da parte di una cooperativa».

Cammarata ha infine specificato che non si trattava di famiglie in stato di bisogno o con problematiche: «Era impossibile continuare a mantenere un fiore all’occhiello per pochi -ha concluso- Dato che negli ultimi anni le entrate comunali non sono aumentate, ma i costi sì, occorre fare dei tagli. E per farli senza toccare i servizi essenziali o quelli a tutela dei più deboli, ci si deve per forza concentrare su quelli rivolti a piccole nicchie, come questo».

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Il consigliere PD Federico Tosco si è però dichiarato “non pienamente soddisfatto”. «Non diciamo che sia stato del tutto sbagliato chiudere questo tipo di servizio, ma sono stati commessi errori di valutazione e di comunicazione -ha sottolineato- Sicuramente la decisione è stata presa troppo tardi, a settembre e da un giorno all’altro, interrompendo bruscamente un’esperienza ventennale senza neppure provare a riprogrammarla o trasformarla».

Per poi aggiungere: «Occorre inoltre valutare questi servizi non solo in termini economici, perché magari da quel punto di vista la scelta è corretta, ma se si tratta di qualcosa adeguato o meno alle esigenze della nostra città -ha concluso, con una stoccata ironica- E, in ogni caso, la Ludoteca costa meno del Dna canino, risultando ben più utile».

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