La Regione preme sull’acceleratore per l’individuazione dell’area su cui verrà costruito il nuovo ospedale unico dell’Asl TO5. L’assessore alla Sanità del Piemonte, Antonio Saitta, ha insediato un gruppo di lavoro composto da dirigenti e funzionari regionali, chiedendo una prima relazione già entro febbraio. «Il protocollo d’intesa firmato in dicembre con i Comuni di Carmagnola, Chieri e Moncalieri prevede che l’area venga individuata dalla Regione sulla base di criteri quali contesto urbano, posizione rispetto alla dislocazione degli utenti, facilità di accesso, rete infrastrutturale esistente, collegamenti con i mezzi pubblici -spiega Saitta- Sulla base di questi criteri, la Regione individuerà ancora prima della localizzazione dei terreni, le zone che corrispondono alle caratteristiche concordate con i sindaci. E’ un metodo di lavoro trasparente, che ci consentirà a breve di valutare oggettivamente le numerose candidature. Intendiamo fare in tempi rapidi lo studio di fattibilità e mettere a gara progettazione, realizzazione e gestione del nuovo ospedale».
Sulla vicenda ha le antenne dritte il Movimento 5 Stelle, sia come gruppo carmagnolese che a livello di Asl. «Vediamo che, purtroppo, l’iter sta andando avanti molto velocemente –commenta il capogruppo grillino, Sergio Lorenzo Grosso- Pur non essendo di principio contrari all’opera, per noi la costruzione del nuovo ospedale deve soddisfare le seguenti priorità: no al consumo di suolo, chiarezza sulle risorse, utilizzo delle migliori tecnologie per l’efficienza energetica, garanzia di un numero di posti letto adeguato e di un sistema di trasporto efficace». Per il M5S, inoltre, nei Comuni che perderanno l’ospedale (come Carmagnola) occorrerà che siano garantite la presenza di servizi di medicina territoriale, di medicina post-acuzie e di medicina domiciliare. «Qualora non dovessero venire rispettati questi punti, ne vedrete delle belle –promette Grosso- Nel frattempo garantiamo il nostro massimo impegno nella salvaguardia della piena e efficiente funzionalità del San Lorenzo, con il mantenimento degli attuali livelli di prestazioni. A livello regionale abbiamo anche chiesto l’impegno a ottenere nuove opportunità di utilizzo della struttura per venire incontro alle esigenze di salute del territorio».