La Politica carmagnolese si divide ancora sull’ospedale unico, con la Maggioranza che respinge un Ordine del Giorno presentato dal Movimento 5 Stelle peraltro favorevole, nelle premesse, alla struttura, mentre gli esponenti di centro-destra che si astengono dalla votazione in quanto contrari all’unificazione degli ospedali anche in linea di principio.
«Occorre facilitare la dismissione futura della parte storica del San Lorenzo, con possibile trasformazione in destinazione residenziale; potenziare i servizi specialistici ambulatoriali sul territorio e prevedere l’utilizzo della “Casa della Salute” quale modello di cure primarie –erano alcune delle proposte contenute nel documento presentato dal capogruppo grillino Sergio Lorenzo Grosso- Per quanto riguarda l’ospedale unico, Carmagnola deve esporsi per promuovere il riutilizzo dell’area Teksid, un sito comodo e accessibile a tutti, sia con il treno che per la possibilità di fare ampi parcheggi, che eviterebbe anche la cementificazione di terreni agricoli».
Proprio quest’ultimo argomento, però, ha contrariato gli esponenti della Maggioranza: “non esageriamo con i campanilismi” è la sintesi degli interventi dei consiglieri di centro-sinistra, che hanno sottolineato anche il precario stato ambientale dell’area delle ex fonderie.
Sulla vicenda è intervenuto quindi il consigliere Alessandro Salamone (Pdl), già vicesindaco nella Giunta Surra. «Dopo anni di battaglie, non solo in Consiglio comunale, per difendere il San Lorenzo, mi fa stare male l’idea che si dimentichi che abbiamo un ospedale bello e moderno, per il quale sono stati fatti investimenti notevoli –ha sottolineato, annunciando di non partecipare alla votazione- Dove sono andate a finire tutte le promesse fatte dal sindaco in campagna elettorale relative al mantenimento del nostro ospedale e addirittura alla riapertura di alcuni reparti?». Secca la risposta del sindaco Testa: «Difenderò strenuamente il mio ospedale fino a quando non ci sarà l’ospedale unico, perché quando si parla di tre strutture io difendo la mia struttura, ma nel momento in cui però devo badare alla salute, all’efficienza e alla qualità della sanità nel mio territorio non posso non pensare che a lungo termine ci debba essere un ospedale moderno da tutti i punti di vista».
Francesco Rasero