“Nuovo ponte sul Po Carignano-Villastellone, no al consumo di suolo agricolo”

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Per il nuovo ponte sul Po tra Carignano e Villastellone, Coldiretti chiede “un progetto che non distrugga i campi”, salvaguardando il suolo agricolo e l’equilibrio idrogeologico dell’area, sollecitando maggiore attenzione da parte della Città metropolitana di Torino.

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L’attuale ponte sul Po tra Carignano e Villastellone, lungo la strada provinciale 122

Dopo aver preso posizione contro il consumo di suolo agricolo nel realizzare la futura tangenziale di Carmagnola, Coldiretti Torino torna in campo sullo stesso tema anche per quanto riguarda il progetto di sostituzione del vecchio ponte sul Po tra Carignano e Villastellone, sulla strada provinciale 122.

La Città Metropolitana è appena stata incaricata di realizzare la progettazione, che verrà illustrata il prossimo lunedì 21 novembre in Conferenza dei servizi: le diverse ipotesi prevedono anche una viabilità di accesso con nuovi rilevati e conseguenti espropri di terreni -dichiarano dall’Organizzazione agricola- Chiediamo che non sia consumato suolo agricolo e anche che non venga aggravata la fragilità idrogeologica della zona“.

Coldiretti: "progettare la nuova tangenziale salvaguardando i suoli fertili"

Coldiretti Torino interviene sul tema della nuova tangenziale di Carmagnola: "la progettazione deve salvaguardare i suoli fertili e le produzioni di peperone e di mangimi per gli allevamenti di carne piemontese, i due vanti agroalimentari della città". L'attuale ponte sul Po della SP122 tra Villastellone… Leggi tutto Carignano: Città metropolitana conferma i fondi per il nuovo ponte sul Po

In generale, Coldiretti Torino chiede all’Amministrazione della Città metropolitana (guidata dal sindaco metropolitano Stefano Lo Russo, Primo Cittadino di Torino) un cambio di atteggiamento politico verso il mondo agricolo.

«Da tempo abbiamo avviato un’interlocuzione con l’Ente affinché in tutti i nuovi progetti viari sia evitato nuovo consumo di suolo. Il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e i consiglieri delegati competenti, a parole, hanno mostrato la propria disponibilità ma ci troviamo sempre di fronte a progetti che prevedono espropri di aree fertili. Inoltre, continua l’atteggiamento che non include nelle consultazioni anche il mondo agricolo se non dopo nostre sollecitazioni», aggiunge Mecca Cici.

«Siamo stufi di essere contattati solo quando si tratta di dare gambe ai progetti della Città metropolitana che hanno bisogno dei produttori agricoli ma vogliamo essere considerati partner per l’intero sviluppo del territorio metropolitano a partire dai progetti di nuove infrastrutture -conclude il presidente provinciale di Coldiretti- L’Agricoltura è un’attività economica strategica che ha bisogno del suolo, non possiamo continuare a subire una visione che considera i campi solo come terreni liberi e facili da espropriare».

Ispra, nel 2021 c’è stato il più alto consumo di suolo degli ultimi 10 anni