Nubi nere sul futuro dello stabilimento ex Ilva di Racconigi

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La proposta di piano industriale per l’ex Ilva presentata da Arcelor Mittal al Governo prevede forti tagli al personale, che dovrebbero colpire in parte anche lo stabilimento di Racconigi. Proseguono le proteste dei lavoratori.

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Lo stabilimento Ilva di Racconigi

Nubi nere si addensano sul futuro dello stabilimento ex Ilva di Racconigi, una delle due fabbriche in Piemonte del colosso dell’acciaio.

La multinazionale franco-indiana Arcelor Mittal ha infatti presentato nei giorni scorsi al Governo una proposta di nuovo piano industriale, che prevederebbe a livello nazionale il taglio di oltre tremila posti di lavoro entro fine anno, in aggiunta al mancato rientro al lavoro di circa 1.700 dipendenti già in cassa integrazione.

I licenziamenti paiono essere concentrati innanzitutto nella sede principale di Taranto e a Genova, ma dovrebbero interessare in parte anche le realtà di Racconigi e Novi Ligure.

In particolare, nello stabilimento racconigese sono occupati oggi circa 140 lavoratori, specializzati nella produzione di tubi laminati in acciaio. Da alcuni giorni sono già in atto forme di protesta davanti ai cancelli della fabbrica, che sorge nell’area industriale verso Carmagnola.

I sindacati hanno annunciato la prosecuzione della mobilitazione in corso.
Il piano presentato smentisce gli accordi precedenti, che prevedevano zero esuberi -sottolineano le organizzazioni dei lavoratori- La crisi, in ogni caso, non va ricondotta all’emergenza sanitaria Covid-19 ma ad una gestione aziendale non adeguata“.

Assemblea sindacati-lavoratori alla Mahle di La Loggia