Dopo il commissariamento di Sogin, l’onorevole Daniela Ruffino (Azione) ha presentato un’interpellanza parlamentare alla Camera per sollecitare risposte dal Governo sull’individuazione del sito per il deposito nucleare nazionale: “si tenga conto delle osservazioni presentate”.
A qualche giorno di distanza dal commissariamento di Sogin Spa -la società statale che gestisce la materia delle scorie radioattive, i cui vertici sono stati azzerati dal Governo- l’onorevole Daniela Ruffino (Azione) torna sul tema della carta nazionale dei siti idonei a ospitare il deposito nucleare nazionale, chiedendo soluzioni condivise.
“In attesa che la proposta di Carta nazionale delle aree idonee (CNAI), trasmessa a marzo, sia presa in esame, va ribadito che, nonostante i pubblici proclami da parte di Sogin, la gestione dei rapporti con le amministrazioni locali e la società civile è stata finora, in numerosi casi, denunciata come affrettata e superficiale durante le consultazioni che poco hanno avuto a che vedere con una vera fase di concertazione“, ha esordito Ruffino nelle premesse alla sua interpellanza, indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, e al ministro della transizione ecologica.
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L’onorevole eletta nel collegio carmagnolese va quindi sullo specifico: “Diverse problematiche sono emerse su alcuni siti individuati tra i più idonei, come è ad esempio il caso del Comune di Carmagnola, considerate la presenza di falde acquifere troppo superficiali, il passaggio di un numero notevole di velivoli, la presenza di cascine storiche e dei relativi nuclei famigliari, la valutazione errata della quantità di suolo coltivato e la presenza di beni tutelati dalla Soprintendenza, nonché di fauna e habitat protetti“.
Ruffino chiede pertanto nuovamente al Governo di “procedere alla desecretazione della proposta di CNAI in attesa della sua approvazione tramite decreto ministeriale, per offrire ai cittadini maggiori informazioni e trasparenza sui criteri di scelta e sui relativi tempi“.
E conclude, augurandosi che venga “dato maggiore spazio alle legittime obiezioni e preoccupazioni, basate, non su timori ideologici ma su motivazioni di carattere scientifico e di limiti sia geografici che infrastrutturali di cui soggetti della società civile si sono fatti portavoce sul territorio, con particolare riferimento ai casi citati in premessa, in modo da discostarsi dalla deludente gestione di Sogin mediante la struttura commissariale ed arrivare ad una soluzione concertata, definitiva e sicura per la costruzione del deposito nazionale auspicata da tutte le parti“.
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