Legambiente scrive ai sindaci delle città italiane, proponendo cinque misure concrete per ripensare la mobilità post emergenza Covid-19: “la ripartenza delle città ha bisogno di soluzioni coraggiose, in modo da garantire sicurezza e ridurre l’inquinamento”.
Mezzi pubblici sicuri con monitoraggi, distanze tra persone, tornelli, mascherine, ma anche più bici e nuove ciclabili in città, maggiore sharing mobility, rottamazione auto e mobilità sostenibile, oltre a smart working e vantaggi fiscali per aziende e lavoratori che scelgono il lavoro agile.
Queste le proposte che Legambiente ha scritto ai sindaci italiani in vista della ripartenza, indicando un pacchetto di 5 misure sostenibili e concrete per ripensare la mobilità post emergenza Covid-19, evitando che l’auto, le moto e gli scooter siano per i cittadini la soluzione più sicura per proteggersi dal virus e per spostarsi dentro e fuori l’area urbana.
“Per superare l’emergenza coronavirus e per far ripartire le città italiane servono risposte e soluzioni eccezionali. Per questo, cari Sindaci, non vi limitate all’ordinario, non restituiteci le vecchie città. Il vostro mestiere richiede visione di futuro, soluzioni inedite, capacità di guidare le vostre Comunità verso frontiere nuove. E oggi che tutti abbiamo sperimentato una condizione eccezionale, non c’è momento migliore per osare lo straordinario. Insieme ce la possiamo fare”.
Prino (Legambiente Piemonte): “Interventi strutturali contro lo smog”
Il pacchetto proposto dall’Associazione ambientalista contiene “misure attuabili in pochi mesi, con risorse relativamente contenute e alcune già disponibili, perché si tratta di attuare provvedimenti già contenuti in leggi dello Stato“.
“Il Piemonte, da tempo immemore, è triste epicentro dell’emergenza smog –commenta Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta– Il lockdown deve diventare l’occasione per una nuova partenza, riconoscendo il fallimento delle “vecchie ricette”, per una nuova mobilità sostenibile che garantisca sia la sicurezza sanitaria che la riduzione dell’inquinamento atmosferico e delle emissioni inquinanti, aspetti di cui vi sono sempre più evidenti connessioni”.
Queste, nel dettaglio, le cinque proposte di Legambiente ai sindaci per la ripartenza post emergenza.
1. Sicuri sui mezzi pubblici. Molte persone avranno paura a prendere bus e treni, tram e metro per timore del contagio. Per questo man mano che le città ricominceranno a muoversi, si dovranno programmare con attenzione le corse, garantire le distanze di sicurezza, bisognerà ripensare anche gli orari della città per evitare congestione e traffico nelle ore di punta. Sarà fondamentale un continuo e attento monitoraggio, sia dei mezzi che delle stazioni, dove si dovranno introdurre controlli e tornelli per contingentare gli ingressi oltre a garantire una quotidiana sanificazione. In Spagna il governo ha stabilito l’obbligo di mascherine sui mezzi pubblici e ha garantito la distribuzione di oltre 10 milioni da distribuire nelle stazioni principali. Per fare tutto questo ci vogliono risorse. In parte il governo ha risposto, ma è evidente che non basta perché le aziende pubbliche hanno bisogno di investimenti e già soffrono per la riduzione di introiti da biglietti dovuta a questi mesi di stop.
2. Più persone in bici e percorsi ciclabili nuovi. La bici è il mezzo che permette il migliore distanziamento: per cui è ora il momento di realizzare percorsi ciclabili temporanei (con segnaletica orizzontale e verticale) lungo gli assi prioritari e le tratte più frequentate, riservando lo spazio per poi dotarli di protezioni e passaggi esclusivi mirando a trasformarli nei mesi successivi in vere ciclabili. È la soluzione che stanno praticando già diverse città del mondo: da Montpellier con una striscia di vernice e cordoli di protezione con conetti provvisori, a Berlino allargando le piste ciclabili con nuove strisce laterali. Stesse misure decise a Bogotà, a Vancouver, New York, Boston e Parigi. In Nuova Zelanda il Governo ha deciso di finanziare queste misure da parte dei Comuni. Questi interventi sono a costo quasi zero e le risorse per realizzare vere ciclabili ci sono: nella Legge di Bilancio 2020 sono stati stanziati 150 milioni di Euro per il co-finanziamento di percorsi ciclabili urbani. Cosa aspetta il Ministero delle Infrastrutture a emanare il Decreto che fissa i criteri per l’erogazione dei fondi? Intanto però i Comuni si possono preparare, in modo da avere progetti seri da candidare e un piano da cui “si evinca la volontà di procedere allo sviluppo strategico della rete ciclabile urbana”, come sottolinea la Legge, in modo che nel 2021 possano partire i cantieri. E che si tratti di reti ciclabili fatte bene, magari copiando il format della Bicipolitana di Pesaro e replicandolo ovunque.
3 Rafforzare la sharing mobility. Le più efficienti alternative all’auto privata in città, per chi non vorrà prendere i mezzi pubblici, dovranno diventare tutti i mezzi in sharing: auto (meglio elettriche), bici, e-bike, scooter elettrici e monopattini. I Comuni dovranno stringere accordi con le imprese per avere più mezzi e in più quartieri, a costi molto più contenuti. Serviranno risorse, ma il servizio potrà avere grande successo e in parte ripagarsi. In ogni caso saranno soldi ben spesi quelli per potenziare il servizio (con controllo, sanificazione e ridistribuzione dei mezzi nelle diverse ore e luoghi della città) perché avremo offerto mobilità sostenibile a buon mercato a milioni di cittadini.
4 Aiutare i cittadini a rottamare l’auto e scegliere la mobilità sostenibile. Qui i sindaci devono farsi sentire, perché le risorse ci sono! Cosa aspetta il Ministero dell’Ambiente a mettere a disposizione i fondi per “Programma Buoni di mobilità” previsti dal decreto Clima approvato a dicembre scorso? Sono previsti 75 milioni per il 2020 e 180 milioni di euro per le annualità successive. Si tratta di 1.500 euro alle famiglie che rottamano una vecchia auto che non può più circolare (Euro3 o più inquinante) oppure 500 euro per un vecchio ciclomotore, per acquistare abbonamenti, e-bike e sharing mobility. Si potrebbe così subito dimezzare la spesa media per i trasporti per 250 mila famiglie italiane (3.500 euro all’anno secondo l’Istat).
5. Più smart working. Legambiente chiede ai sindaci di spingere sul lavoro agile per riorganizzare il lavoro dell’amministrazione pubblica e aiutare tutte le attività che scelgono di andare in questa direzione. Serviranno risorse, ma soprattutto idee nuove e andrà coinvolto il Governo, ma esistono tutte le possibilità per premiare con vantaggi fiscali sia le aziende che i lavoratori che decideranno di puntare su soluzioni innovative di smart working e mobility management di comunità. Ad esempio i vantaggi fiscali di cui oggi beneficiano le auto aziendali possono essere estesi anche a mezzi e investimenti organizzativi per il lavoro a distanza, ai mezzi pubblici, alla condivisione e alla mobilità elettrica o muscolare in tutte le sue forme.