“Le scuole delle frazioni di Carmagnola devono restare aperte”

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Anche quest’anno il Comune di Carmagnola ha presentato domanda alla Città metropolitana per tenere aperte alcune scuole dell’infanzia e primarie nelle frazioni, anche se non raggiungono il numero minimo di bambini previsto per legge.

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L’edificio della scuola primaria di frazione Tuninetti a Carmagnola (foto: istruzione.it)

«La presenza delle scuole è fondamentale per le nostre frazioni, in particolare quelle più lontane dal centro»: questa la motivazione che ha spinto il Comune di Carmagnola a presentare alla Città metropolitana una richiesta formale di deroga già per il prossimo anno scolastico 2025-2026.

Si tratta di un procedimento che viene replicato da alcuni anni -finora sempre con successo- da quando il numero minimo di bambini indicato a livello provinciale per tenere aperti i plessi è diventato più alto degli effettivi alunni presenti in alcune scuole dell’infanzia e primarie.

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Al centro dell’attenzione, in particolare, vi sono le elementari dei Cavalleri, la materna e le elementari di Casanova e dei Tuninetti.

Per quanto riguarda l’infanzia, il minimo per legge sarebbe di almeno 20 bambini, soglia che dalle proiezioni comunali rischia di essere raggiunta a fatica a Casanova (dove vanno anche i piccoli allievi residenti a Vallongo) e non raggiunta ai Tuninetti, con una previsione di 18 iscrizioni nel prossimo anno scolastico.

Situazione simile anche per i plessi di scuola primaria, dove il numero minimo sale a 35 allievi. Qui le cifre sono ben lontane: appena 23 bambini sono previsti ai Tuninetti, 22 ai Cavalleri (a servizio anche di Oselle e Due Province) e solamente 20 a Casanova.

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«Riteniamo che ci siano le condizioni per chiedere una deroga, considerata anche la distanza di queste frazioni dal centro, spesso superiore ai sei chilometri e con tempi di percorrenza di almeno 15-20 minuti che sarebbero necessari per portare i figli a scuola in Carmagnola centro», spiega il vicesindaco Alessandro Cammarata, assessore all’Istruzione.

«Occorre inoltre considerare che ad oggi le scuole cittadine già hanno grosse difficoltà ad accogliere la sola popolazione in età scolastica residente nel centro -aggiunge- Vi sarebbe pertanto l’oggettiva impossibilità di incrementare ulteriormente il bacino di utenza, nel caso di eventuale soppressione delle scuole nelle frazioni».

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