La storia del Totocalcio
Le scommesse sportive oggi sono una delle attività preferite da chi vuole giocare d’azzardo. Anzi, si potrebbe dire che senza alcun dubbio è l’attività preferita in assoluto in questo ambito. Ciò è dovuto a diverse motivazioni: in primis perché in Italia abbiamo una forte cultura dello sport, soprattutto in riferimento al calcio, e in secondo luogo perché oggi abbiamo ricevuto un’eredità importante dagli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso. Oggi le scommesse sportive sono molto diverse rispetto a quegli anni: tra applicazioni, siti di scommesse e bonus scommesse, oggi è un mondo molto più digitale e veloce da fruire.
Proprio negli anni ‘50, come vedremo, in Italia è stata ideata una delle tipologie di scommessa sportiva calcistica più famose nella storia del settore: stiamo parlando del Totocalcio, che con il suo famoso “13” ha fatto sognare tantissimi giocatori.
Ecco la storia di come è nato il Totocalcio, cos’è diventato e cosa rappresenta oggi per gli appassionati di scommesse sul calcio.
La nascita del Totocalcio
Il Totocalcio è nato precisamente nel 1946 dal giornalista Massimo Della Pergola, e venne promosso dalla SISAL. Al tempo le scommesse sportive erano un po’ diverse da come siamo abituati oggi e il Totocalcio contribuì a dare uno scossone al settore, raccogliendo molti più giocatori e contribuendo ad aumentare la fama delle scommesse calcistiche.
La versione originale venne così pensata: si scommetteva su una schedina composta da 12 risultati, che divennero 13 qualche anno dopo (più precisamente nel 1951) e che rimasero tali per lungo tempo, fino ad oggi.
Era il 5 maggio 1946 quando venne proposta la prima schedina dalla SISAL. Tale prima schedina prevedeva 4 incontri del girone finale della Divisione Nazionale 1945-1946, 2 partite del girone finale della Serie B-C Alta Italia dei medesimi anni e altri 6 incontri della Coppa Alta Italia. Erano presenti 2 partite di riserva.
Le scommesse in sé erano molto facili da piazzare, visto che bisognava semplicemente scegliere tra 1 (vincente la squadra di casa), X (pareggio) oppure 2 (vincente la squadra di trasferta). La prima schedina, al prezzo di 30 lire per ogni colonna, vide il primo vincitore nel romano Emilio Biasotti: il fortunato concorrente riuscì ad incassare 426 826 lire.
Le trasformazioni successive
Il Totocalcio rimase pressoché identico a partire dal 1951, anno in cui venne introdotta la tredicesima partita, per i cinquant’anni successivi. Negli anni ‘90 vennero introdotti altri concorsi paralleli, come il Totogol, e contestualmente nacquero diverse novità nell’ambito delle scommesse calcistiche: per tutti questi motivi il Totocalcio perse un notevole bacino d’utenza, che si spostò progressivamente su altri giochi.
Nel 2003, a causa di questo calo costante di notorietà, la schedina del Totocalcio venne modificata: venne introdotta la quattordicesima colonna, chiamata Tredicissimo, vennero liberalizzate le scommesse sulle coppe europee e sui campionati esteri (quest’ultimo un fattore che incise molto sul rilancio del Totocalcio: durante l’estate, prima di allora, veniva sempre sospeso a causa dello stop dei campionati italiani) e venne introdotto il concorso parallelo “Il 9”.
Nel 2004 venne abbinato al Totocalcio il Totogol, prima considerato come concorso a parte: questo è resistito fino al 2022, anno in cui è stato chiuso definitivamente.
Il Totocalcio oggi
Ad oggi il Totocalcio è tornato nella sua forma “originale” che prevede 13 eventi inseriti in schedina. È stato da poco eliminato il Totogol e in concorsi paralleli 9 e Big Match, e prevede nuove metodologie di giocata e di vincita. Il Totocalcio oggi è riuscito a risollevare le proprie sorti, grazie a queste modifiche apportate in virtù delle nuove esigenze di mercato.
In ogni caso la forma è rimasta invariata nella sua essenza: si gioca sempre puntando sulle classiche scommesse 1, X oppure 2. Un mix tanto semplice quanto divertente, che ha fatto sognare decine di migliaia di scommettitori nel corso dei decenni e che, ancora oggi, permette di potersi divertire attraverso la classica “schedina” come è conosciuta nel senso più stretto e basilare del termine.