Italia Viva: “Pronto Soccorso di Carmagnola, una sceneggiata”

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Il Comitato locale di Italia Viva commenta il dietro-front sulla chiusura notturna del Pronto Soccorso di Carmagnola, parlando di “sceneggiata che evidenzia il caos in cui è sprofondato il Servizio Sanitario piemontese”.

italia viva carmagnola
Una recente manifestazione di Italia Viva sui temi della Sanità in Piemonte

In merito all’annunciata -e poi rientrata- chiusura notturna del Pronto Soccorso di Carmagnola, riceviamo dal Comitato di Italia Viva del Chierese-Carmagnolese e dal Tavolo tematico Salute e Territorio Provincia di Torino del partito di Matteo Renzi:

Il 25 agosto abbiamo appreso dalla stampa che l’Asl TO5 ha deciso di chiudere definitivamente il pronto soccorso del San Lorenzo di Carmagnola negli orari notturni.

Il 26 agosto, sempre dalla stampa, apprendiamo invece che Il Pronto soccorso di Carmagnola non chiuderà di notte. È stato il presidente Alberto Cirio in persona a bloccare il provvedimento annunciato sfiduciando, di fatto, il direttore generale dell’Asl TO5.

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Questi eventi inducono forti preoccupazioni nei cittadini sulla tenuta del Sistema Sanitario piemontese, sia dal punto di vista economico, sia della capacità di gestione del sistema.

Prima di esprimere qualunque giudizio, noi di Italia Viva siamo abituati ad analizzare gli avvenimenti con la giusta attenzione e competenza.

Nel caso specifico, sappiamo bene che, in un sistema sanitario regionale “normale”, il direttore generale di una Asl non prende un’iniziativa di così grave impatto e non l’annuncia alla stampa, se non è stata preventivamente concordata con i vertici regionali: la Direzione regionale sanità e l’Assessorato stesso.

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Ora noi non sappiamo come siano andate realmente le cose, ma delle due l’una:

  1. o il direttore generale dell’Asl ha fatto di testa sua, senza concordare il provvedimento con la Regione;
  2. o il presidente Cirio ha finto di non essere stato coinvolto nella decisione e neppure informato, e ha dichiarato ai giornali di essere intervenuto per evitare il disastro che il direttore generale della Asl (insediato dal Presidente stesso) stava compiendo.

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Nel primo caso ci aspettiamo una rapida rimozione del direttore generale dell’Asl TO5, perché verrebbe meno la fiducia da parte del Presidente. Nel secondo caso stiamo semplicemente assistendo a una sceneggiata, degna di ben altri contesti.

In entrambi i casi siamo di fronte ad un’ulteriore dimostrazione della precarietà del Sistema Sanitario piemontese.

Di fronte a una situazione così grave, in grado di comprometterne la sostenibilità, l’attuale Maggioranza ricorre a provvedimenti tampone (immediatamente smentiti dal Presidente) che non sarebbero minimamente in grado di affrontare un’emergenza sanitaria in Piemonte, ormai conclamata.

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Questo improvviso cambio di rotta evidenzia il caos in cui è sprofondato il Servizio Sanitario piemontese.

Quel che sarebbe necessario fare è un nuovo piano sanitario regionale (l’ultimo risale ormai al 2012 ed è scaduto nel 2015) che indichi quali devono essere gli obiettivi prioritari del sistema e le azioni e le risorse necessarie per conseguirli.

Con questa Giunta il nostro Piemonte pare avviato verso un nuovo commissariamento del Servizio Sanitario regionale, con tutto quel che ne consegue in termini di ulteriori tagli alle prestazioni.

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I cittadini piemontesi sono ormai distanti dagli standard di servizio normalmente assicurati nelle altre regioni del Centro-Nord Italia.

Nel 2023 abbiamo evidenziato a più riprese i mali della Sanità piemontese e le soluzioni possibili. Nelle prossime settimane noi di Italia Viva riprenderemo le nostre attività di settore e gli incontri sul tema con i cittadini. Non mancheremo di comunicare, le prossime iniziative di divulgazione e di confronto.

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