Indagine di Legambiente sulla qualità dell’edilizia e dei servizi nella Scuola

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Pubblicati i risultati del nuovo rapporto di Legambiente sulla qualità dell’edilizia e dei servizi della Scuola. I dati del Piemonte -rispetto alla media nazionale- sono buoni per quanto riguarda aree verdi e mense, in linea per la manutenzione straordinaria, ma inferiori per sicurezza stradale e raccolta differenziata.

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Pubblicati i risultati dell’indagine annuale di Legambiente sulla qualità dell’edilizia e dei servizi della scuola. In dettaglio i dati del Piemonte (foto: Legambiente)

I risultati della XXI indagine di Legambiente sulla qualità dei servizi e dell’edilizia scolastica portano il sistema-Scuola del Piemonte sopra alla media nazionale, ma non senza presentare alcune criticità. Sono stati indagati 488 edifici, frequentati da oltre 100 mila studenti.

La scuole piemontesi si distinguono per quanto riguarda i servizi e le buone pratiche. È molto alta la presenza di aree verdi e giardini in prossimità o all’interno degli istituti, la quale raggiunge il 90%, intorno allo stesso valore si attestano la disponibilità delle mense, il recupero degli alimenti non somministrati a favore di organizzazioni no profit, e gli interventi per il superamento delle barriere architettoniche.

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Sono più della metà le scuole che permettono di svolgere il tempo pieno e quelle che dispongono di una biblioteca.

È in linea con il trend nazionale il numero degli edifici scolastici costruito sulla base di criteri di bioedilizia, con un valore dello 0,6%; lo è anche il risultato per quanto riguarda l’adeguamento strutturale e dei servizi durante la prima fase della pandemia, 113 istituti piemontesi hanno usufruito dei fondi straordinari, realizzando nuove aule e recuperando spazi in disuso, incrementando il trasporto pubblico in termini di mezzi e fasce orarie, potenziando la rete interne per la DAD.

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La totalità degli edifici scolastici piemontesi è stata monitorata per la presenza di amianto, accertata solamente nel 15% dei casi. Il 62,5% degli edifici è stato monitorato per la presenza di radon, assente in tutti i casi. Per la manutenzione ordinaria nell’ultimo quinquennio sono stati stanziati in media per ogni singolo edificio 5.989 euro, quasi interamente spesi. Sono stati inoltre stanziati fondi regionali per l’edilizia scolastica pari a 647.329 euro, sempre per ogni edificio, ma, solamente l’1% ne ha beneficiato.

Venendo alle criticità, pur non discostandosi di molto rispetto alla media nazionale, sono ancora troppe le scuole piemontesi che necessitano di interventi di manutenzione straordinaria, rispettivamente il 41% e il 46,1%.

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È anche da migliorare la sicurezza stradale: sono pochi gli istituti che offrono servizi di pedibus o percorsi sicuri casa-scuola; lo stesso vale per quelli facilmente raggiungibili attraverso piste ciclabli, e che si trovano all’interno di isole pedonali, in zona ZTL e in zona 30. Molto al di sotto della media nazionale figura anche il trend legato alla raccolta differenziata.

Infine, mentre nessuno degli istituti piemontesi è collocato in zona sismica 2, e solamente lo 0,6% in zona 1, il 90,6% è sprovvisto della verifica di vulnerabilità sismica, contro il 68,5% nazionale, obbligatoria per tutti gli edifici scolastici indipendentemente dalla zona sismica nella quale sono situati.

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“Il mondo scolastico piemontese si è mostrato virtuoso per quanto riguarda l’attenzione al rischio ambientale, ai servizi extrascolastici e alle buone pratiche di sostenibilità -dichiara Federica Sisti, membro della Commissione di Legambiente Scuola e Formazione Gli istituti hanno investito molto sulla scelta di prodotti di qualità e la riduzione degli sprechi alimentari nelle mense, sui servizi di pre e post scuola, sulla presenza di aree verdi e limitatori del traffico in prossimità e all’interno degli istituti. Tuttavia, dobbiamo mantenere alta la guardia e richiedere alle istituzioni maggiori investimenti sulla manutenzione straordinaria e la messa in sicurezza degli edifici scolastici, concentrandosi sulle aree a maggior fragilità strutturale e sociale come le aree interne e le periferie urbane. Passi avanti sono stati fatti grazie ai fondi straordinari stanziati per la pandemia, passi su cui è importante non arretrare ma incrementare partendo anche dai fondi del PNRR, se spesi nelle giuste azioni”.

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