Indagine del M5S: ombre e luci per “Peperò 2016”

614

Il Gruppo carmagnolese del Movimento 5 Stelle ha reso noti i risultati di un sondaggio condotto tra espositori e standisti negli ultimi giorni della Sagra 2016.
«Abbiamo distribuito loro un breve questionario per conoscere l’opinione relativa all’evento, i problemi che hanno riscontrato, cosa è loro piaciuto ed eventuali proposte per migliorare le prossime edizioni», spiegano i promotori dell’iniziativa.
Su 150 moduli distribuiti, ne sono tornati indietro compilati 56, pari al 37%: di questi 34 erano relativi alla sezione commerciale e 22 a quella gastronomica. Il 44% degli intervistati si è dichiarato molto o abbastanza soddisfatto, ma oltre la metà (il 56%) si è lamentato, anche in modo deciso, al punto che un operatore su tre di quelli coinvolti ha dichiarato di non voler partecipare alla prossima edizione a causa dell’organizzazione.
Sul banco dell’accusa –tra i principali aspetti che non hanno funzionato secondo gli addetti ai lavori- vi sono la cattiva impostazione delle piazze, con doppioni o comunque troppo affollamento; parcheggi espositori e impianti luce-acqua insufficienti; una cattiva gestione dei rifiuti e dei servizi igienici; orari di apertura inadeguati; scarso tempo di allestimento e, in generale, un’organizzazione poco presente e troppo interessata solo al ricavo economico.
L’accento è stato posto anche sulla necessità di aumentare la qualità dei prodotti e una maggior presenza del peperone come vero protagonista dell’evento, con richieste specifiche di maggior coinvolgimento degli operatori carmagnolesi e anche la proposta di rivedere il periodo della Sagra, quest’anno decisamente a ridosso delle ferie estive.
Promossi, invece, il programma degli spettacoli, la promozione dell’evento, il livello di sicurezza (nonostante qualche piccolo furto negli stand) e… il bel tempo.
L’indagine ha lasciato anche spazio alle proposte da parte dei diretti interessati, che hanno ipotizzato in futuro l’organizzazione diretta da parte del Comune, una migliore disposizione degli stand con eventuale riduzione del numero totale di espositori, la presenza di maggiori informazioni (sorveglianza o cartellonistica) per quanto riguarda il riciclo dei rifiuti e, infine, il ritorno alla denominazione di “Sagra del Peperone” al posto di “Peperò”.