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Cinque secoli di incisione in mostra a Palazzo Lomellini

Inaugura venerdì 24 maggio la mostra “Passato e Presente”, che offre un’antologia dell’incisione in Italia e in Europa. Esposte anche opere di Dürer, Rembrandt e Goya.

 

L’incisione “Adamo ed Eva” di Durer (1504) in esposizione a Palazzo Lomellini di Carmagnola

 

“Passato e Presente – Cinque secoli d’Incisione”: questa la mostra che, dal 24 maggio al 30 giugno 2019, sarà ospitata al museo civico di Palazzo Lomellini, a cura di Vincenzo Gatti.

Con questa nuova mostra viene proposta una vera e propria piccola antologia dell’incisione europea, attraverso cinque secoli e all’esposizione di opere provenienti da gallerie e collezioni private -commentano dal Comune, che con questo evento apre il “Mese della Cultura” di giugno- Già da diversi anni l’Associazione Piemontese Arte ha dimostrato il proprio interesse per la grafica incisa, promuovendo occasioni espositive dedicate all’incisione: recente è il caso di Incisori italiani contemporanei 2016, già tenutasi a Carmagnola, proprio a Palazzo Lomellini“.

Saranno presenti più di trenta gli autori, dal Cinquecento al Novecento, con una quarantina di opere esposte, tra le quali anche alcuni pezzi di straordinaria rilevanza e rarità, come l’Adamo ed Eva di Dürer del 1504, ma anche magnifiche acqueforti di Rembrandt e Goya, che costituiscono, per così dire, la Trinità dell’incisione, ovvero il punto di riferimento e il vertice di tutta la storia dell’incisione.

Dalla forza del loro linguaggio, che trascende spazio e tempo, si sono diramate le forme espressive di quanti, nei secoli, si sono cimentati con questo linguaggio, adeguandolo ovviamente alle circostanze, alla temperie culturale e all’evoluzione della tecnicaspiega il curatore– La rassegna, infatti, può essere letta non solo come excursus storico, ma anche e soprattutto come dimostrazione della progressiva autonomia creativa raggiunta da una tecnica nata, e per molto tempo vissuta, in funzione illustrativa e di riproduzione. Iniziando con Dürer appunto e, via via con Callot, Tiepolo, Piranesi, e poi Meryon, Kollwitz, fin a giungere al nostro Ottocento con Fattori e Fontanesi, si arriva alla piena acquisizione artistica dell’incisione”.

Nel secolo scorso sempre più vivaci si sono fatte le sperimentazioni e la grafica incisa è stata pienamente assunta come forma espressiva: “Morandi fra tutti risulta esemplare per l’intensità poetica e la padronanza del mezzo, al pari della sua attività pittorica. Non mancano nel ’900 italiano esempi di particolare rilevanza, a cominciare da Bartolini, poi Castellani, Marangoni, fino a Vespignani e Ferroni. Particolare attenzione è stata rivolta agli incisori di area piemontese, non solo per un giusto omaggio al territorio, ma in considerazione dell’altissima qualità della tradizione legata all’Accademia Albertina (con la forte presenza di Felice Casorati) e alla scuola di Tecniche dell’Incisione, da Boglione a Calandri a Franco, in una ideale continuità d’intenti pur tra le diversità, che trova pochi riscontri nel panorama nazionale. La solidità e la coerenza di questa situazione, negli anni, ha ovviamente determinato un fiorire d’interesse verso l’incisione con varie personalità che ne hanno fatto piena modalità espressiva autonoma, da Saroni a Paulucci, da Soffiantino a Cherchi, da Lattes a Francesco Casorati, solo per citarne alcuni“.

Inaugurazione venerdì 24 maggio alle ore 18, nelle sale di piazza Sant’Agostino 17. Orari di apertura: giovedì, venerdì, sabato 15:30-18:30; domenica 10:30-12:30 e 15:30-18:30. Ingresso libero.

Per maggiori informazioni contattare l’ufficio musei allo 011-9724238 o visitare il sito  www.palazzolomellini.com.