Luca Martini, dirigente scolastico dell’Istituto “Arimondi Eula” di Savigliano e Racconigi, racconta le difficoltà dei mesi appena trascorsi e il ritorno a scuola degli studenti.
“Da lunedì 18 gennaio una parte degli studenti è rientrata in classe; è stato un momento totalmente positivo perché la relazione educativa è fatta anche di linguaggio non verbale e di socialità“: a raccontarlo è Luca Martini, dirigente scolastico dell’Istituto “Arimondi Eula” di Savigliano e Racconigi.
“La didattica a distanza è senz’altro uno strumento utile per proseguire il percorso scolastico in momenti complessi –commenta il professor Martini- Ma sicuramente non ha favorito quegli studenti che avevano già qualche difficoltà”.
Il preside passa poi a spiegare come, soprattutto negli istituti tecnici che pongono in primo piano le competenze, sia necessaria la presenza degli studenti per le attività laboratoriali: “Le lezioni teoriche dal punto di vista funzionale possono essere condotte con una certa efficacia anche a distanza, ma i laboratori di misurazione e topografia, seguiti dai nostri studenti del corso CAT (Costruzione, Ambiente e Territorio), e anche i simulatori di meccanica e meccatronica presenti nella nostra sede di Racconigi, che permettono agli studenti di imparare come se si trovassero in una vera officina, necessitano della presenza degli alunni”.
A causa della pandemia anche l’alternanza scuola lavoro è stata bloccata e gli studenti non hanno avuto la possibilità di svolgere gli stage in azienda.
“Per mantenere il più possibile il rapporto con gli studenti anche in didattica a distanza e stimolarli nell’apprendimento abbiamo organizzato alcune conferenze online –continua il professor Martini- Uno degli incontri che ha avuto maggior successo tra gli alunni è stato quello con lo scrittore Fabio Geda“.
La scuola fin dall’inizio della pandemia ha rispettato scrupolosamente tutte le norme per il contenimento del contagio da Covid-19, tanto che nella sede di Racconigi non è stata chiusa nemmeno una classe: “Grazie all’aiuto e alla disponibilità dei professori abbiamo suddiviso l’istituto in aree, ognuna contrassegnata da un colore diverso, e abbiamo differenziato gli ingressi, in questo modo è molto più semplice evitare il contagio”.