Presentati i risultati della prima indagine svolta nei negozi e nei locali di Carmagnola per il Distretto Urbano del Commercio con la metodologia del “cliente misterioso”. Buona la performance complessiva, con alcuni punti da migliorare.
![negozi di carmagnola](https://www.ilcarmagnolese.it/wp-content/uploads/2023/10/distretto-del-commercio-indagine-negozi-carmagnola.jpg)
Con un punteggio complessivo di 73,9 su 100 i “clienti misteriosi” promuovono i negozi e i locali di Carmagnola, pur mettendo in luce alcuni aspetti puntuali su cui intervenire per migliorare ancora.
Di cosa si tratta? Sono i risultati della prima indagine di customer satisfaction svolta in città per conto del Distretto Urbano del Commercio (DUC) e condotta nei mesi estivi applicando una metodologia molto in uso nel settore: insospettabili “clienti” che si sono recati nei punti vendita e negli esercizi di somministrazione cittadini ma che, in realtà, erano rilevatori appositamente formati i quali, durante la loro visita, hanno annotato ogni dettaglio e fornito un punteggio per ciascuna voce presa in esame.
Alla fine, l’Ascom ha elaborato tutti i dati -dando loro anche rilevanza statistica, con un margine di errore del 5%- e restituito ai commercianti e all’Amministrazione di Carmagnola una “fotografia” di cosa si trova davanti, mediamente, una persona che vada a comprare o a consumare in città.
«Si tratta di una ricerca oggettiva che permette di monitorare la soddisfazione dei clienti, progettata con un questionario specifico per le attività commerciali e uno per i pubblici esercizi e condotta da persone appositamente formate che rilevano sia elementi fisici del punto vendita sia di relazione», spiega Francesco De Gregorio, consulente del DUC che segue i progetti innovativi per conto dell’Associazione Commercianti.
Questa prima indagine fa parte di un progetto annuale che prevede rilevamenti quadrimestrali e che interesserà, complessivamente, il 20% delle attività del centro storico carmagnolese (20 negozi su 300 e 5 pubblici esercizi su 45), un campione molto ampio e rappresentativo dal punto di vista statistico.
«Sono stati valutati molti aspetti, a partire da ordine e pulizia dei locali, integrità dei supporti visivi di vendita, visual e ambiente interno, immagine del personale, servizio ed interazione nonché i riferimenti al territorio -prosegue De Gregorio- L’insieme delle voci, ciascuna con il proprio “peso specifico”, ha dato vita a un indice di soddisfazione della clientela».
Da qui è scaturito il valore generale di 73,9, che si colloca in fascia medio-alta. «Si tratta di un buon dato con cui iniziare: molte catene commerciali si leccherebbero le dita per avere un simile risultato -commenta l’esperto- Inoltre, l’analisi dei vari dati scorporati fa vedere che ci sono i margini per diventare eccellenti».
Punti di forza e di debolezza messi in luce dalla ricerca
I primi aspetti presi in considerazione dai rilevatori hanno riguardato l’aspetto esterno delle varie attività analizzare, l’ordine e la pulizia, assegnando un punteggio complessivo di 79,4.
Tra i punti di forza, la presenza di uno zerbino pulito, l’arredo della vetrina, i pavimenti sgombri e puliti; da migliorare, invece, l’ordine nei pressi del banco cassa e (dove presenti) i camerini di prova.
Un punteggio molto alto (96,4) è stato registrato alla voce “Integrità e funzionamento”, che valuta ad esempio la presenza di luci e insegne funzionanti e arredi e tappeti interni integri, mentre sono da migliorare alcune voci relative a “Visual e ambiente” (64,5).
In questo ambito non è infatti emersa nessuna eccellenza; vi sono valori medi per facilità di ingresso, presenza di cartelli-prezzo e allestimenti attrattivi della vetrina, ma un voto insufficiente riguarda, ad esempio, la musica in sottofondo, spesso non coerente con l’attività.
Si torna a valori sopra la media, invece, per quanto riguarda l’immagine del personale, con un punteggio totale di 77,9. Promossi l’abbigliamento in ordine e l’immagine curata; da rivedere, in alcuni casi, la postura quando ci si relaziona con il cliente.
Le voci relative a “Servizio e interazione” hanno quindi raccolto 76,8 punti. Bene sorrisi, saluti e la presenza di un clima piacevole tra il personale in negozio, così come la capacità di consigliare e di dare una spiegazione chiara del prodotto e/o della soluzione presentata, nonché il supporto al cliente nella scelta, la presentazione di proposte alternative e i consigli sulla manutenzione del prodotto.
«Tra i punti su cui lavorare maggiormente, un aggancio efficace, il coinvolgimento dell’eventuale accompagnatore, l’interazione con i clienti in attesa, la gestione delle obiezioni e la capacità di vendita aggiuntiva -sottolinea De Gregorio- Note dolenti sono i riferimenti al territorio, anche per quanto riguarda informazioni di iniziative e luoghi turistici: eppure, spesso, il cliente che viene da fuori si aspetta anche questo».
Il punteggio di “Servizio e interazione” sale a 81,2 punti per quanto riguarda ristoranti, trattorie e bar, con una buona risposta a richieste particolare, la spiegazione chiara delle portate e tempi d’attesa mediamente accettabili.
Tra i punti di maggiore debolezza, anche in questo caso, l’interazione con i clienti in attesa e la capacità di fornire informazioni sul territorio carmagnolese, iniziative e luoghi turistici da visitare in città.