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Nasce la Fondazione Marazzato, tra sostenibilità e mezzi storici

Il 2023 si apre con un’importante novità per il Gruppo Marazzato: la costituzione della Fondazione Marazzato, nuovo Ente destinato a occuparsi di attività rivolte all’utilità sociale.

È ufficialmente nata la Fondazione Marazzato

Il 2023 si apre con un’importante novità per il Gruppo Marazzato: la costituzione della Fondazione Marazzato, un Ente destinato a occuparsi di tutta una serie di attività rivolte all’utilità sociale.

Un momento di coronamento di un percorso che ha origini più lontane, quelle di un cammino intrapreso anni fa dai fratelli Alberto, Luca e Davide, terza generazione alla guida del Gruppo, e prima ancora da loro padre Carlo, con l’obiettivo di rendere l’impresa non più solo uno strumento di business, ma un mezzo per dare un effettivo contributo alla società.

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Il CdA della Fondazione Marazzato è composto dai soci sostenitori Alberto Marazzato, che ne assume anche la presidenza, dalla madre Mara Rispoli, moglie dello scomparso Carlo Marazzato, la cui esperienza e conoscenza dell’azienda rappresentano un prezioso valore aggiunto, e da Roberto Iatì, figura di riferimento nel settore dei mezzi storici la cui nomina è stata voluta dalla direzione aziendale in virtù della lunga collaborazione e profonda amicizia che lo hanno legato allo stesso Carlo e alla famiglia.

Il ruolo di revisore legale è stato affidato al dottor Francesco Natalini, professionista affermato e punto di riferimento riconosciuto a livello nazionale: è consulente del Lavoro, giornalista pubblicista, dottore commercialista e revisore contabile.

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La Fondazione si articola come un Ente senza scopo di lucro, che persegue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale: in particolare, le due aree su cui si concentrerà il suo operato saranno quelle relative alla tutela dell’ambiente e quella relativa alla cultura industriale legata ai mezzi storici.

La sostenibilità è sempre più al centro del dibattito anche per le imprese. Il Gruppo, che si occupa proprio di servizi ambientali, ha come mission la salvaguardia dell’ambiente: un obiettivo che non intende perseguire soltanto con la propria attività quotidiana ma anche minimizzando il suo impatto e compensandolo quando possibile.

Alla sostenibilità ambientale si accompagna quella sociale ed economica: ecco quindi che rientrano tra gli obiettivi che la Fondazione si propone di perseguire anche il contributo attivo alla sostenibilità e allo sviluppo del territorio, anche in termini di lavoro ed economia, all’educazione e all’orientamento scolastico dei giovani e alla Cultura. A questo si aggiungeranno anche attività di sostegno alla Sanità, alle tematiche di inclusività sociale e allo Sport.

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L’altra grande area di attività della Fondazione sarà invece legata al mondo del collezionismo, e in particolare dei mezzi pesanti. Si articolerà quindi sulle attività di promozione e diffusione di attività culturali legate agli automezzi storici, ampliando la conoscenza della cultura industriale e dell’evoluzione degli strumenti e dei mezzi di trasporto e di lavoro impiegati nei processi nonché promuovendo e tutelando la conservazione e il restauro dei veicoli e mezzi storici.

La volontà è quella di fare della collezione stessa non soltanto un polo di attrazione per appassionati e cultori, ma anche un’opportunità di dialogo e collaborazione tra aziende all’insegna dell’amore per la propria storia e tradizione.

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È ormai diffusa la consapevolezza che l’impresa stia diventando sempre più un’istituzione sociale oltre che economica, una comunità in cui si esercita una cittadinanza attiva e dove le persone sono al centro. Il contributo delle fondazioni d’impresa e delle stesse aziende sul fronte del welfare, del sostegno ai giovani e dei progetti nei territori, è sempre più rilevante e costituisce un forte impulso a integrazione dell’intervento pubblico. Proprio le fondazioni private hanno saputo diventare un attore importante del cosiddetto secondo welfare, ossia di tutte quelle politiche sociali sviluppate con la partecipazione dei privati ad integrazione delle istituzioni”, commenta Alberto Marazzato.

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