Movimento 5 Stelle e Partito Democratico all’attacco in Consiglio comunale sul progetto di mappatura del Dna canino: “Quanto è costato? A che punto siamo? Quando partirà?”.
Fuoco incrociato da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico sul progetto di mappatura del Dna canino, promosso dal Comune di Carmagnola per contrastare il fenomeno delle deiezioni.
I due gruppi di opposizione in Consiglio comunale hanno infatti presentato interpellanze sul tema, attaccando l’iniziativa.
“Quanto è costata finora? Che fine hanno fatto le sponsorizzazioni annunciate? Perché i controlli e le multe non sono ancora stati avviati?“, sono state le domande poste dai consiglieri del M5S.
Hanno fatto eco i rappresentanti del centro-sinistra: “Quanti cani sono stati mappati finora? Quanto costerà completare la mappatura e realizzare tutto il progetto successivo?“.
L’assessore all’igiene urbana, Massimiliano Pampaloni, ha replicato: “Finora per questa operazione sono stati impegnati dal Comune 30 mila euro, peraltro 10 mila in meno rispetto a quanto aveva deliberato il Consiglio comunale a dicembre, oltre a una sponsorizzazione di 20 mila euro, che è stata versata direttamente all’Istituto zooprofilattico. Non c’è stata alcuna spesa in più“.
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Il costo totale, compresi i kit di analisi che verranno dati a chi realizzerà i controlli e i prelievi, è stato stimato in circa 100 mila euro, mentre i costi di analisi e contestazione delle sanzioni saranno a carico dei multati.
A oggi risultano mappati circa 2.500 cani, su 5 mila registrati nella banca dati dell’anagrafe canina comunale. “Vista la situazione legata al Covid-19, non siamo in grado di fissare ancora una data di chiusura dei tamponi e di avvio dei controlli. In ogni caso sta già funzionando l’effetto deterrenza: le deiezioni in città risultano già drasticamente ridotte“, ha concluso Pampaloni.
Risposte che non hanno soddisfatto le Opposizioni.
“E’ un progetto incompiuto, a due anni e mezzo dal suo annuncio, e chissà quando mai partirà –ha commentato il capogruppo pentastellato Sergio Grosso– Questi fondi si sarebbero potuti utilizzare meglio e in modo più efficace, ad esempio pagando dei volontari affinché pattugliassero il territorio e multassero chi non raccoglie le feci dei propri cani“.
Critiche anche dal Partito Democratico, per bocca del capogruppo Paolo Sibona: “Al di là del costo, il progetto può funzionare solo se si mappano tutti i cani, ma siamo a malapena a metà. E restano ancora da stabilire tutte le procedure per rendere attuabile e praticabile anche la fase della sanzione, che vedo molto complessa“.