Fino a marzo 2022 sarà ancora vietato usare l’acqua dei pozzi a uso potabile in tutta l’area ovest di Carmagnola; restrizioni anche per orti, coltivazioni e allevamenti.
Resta in vigore per un altro anno l’ordinanza che vieta il consumo di acqua dai pozzi nella parte ovest del territorio di Carmagnola, in particolare alla Bossola, a San Bernardo e in parte delle frazioni San Michele e Cappuccini. Qui la cartografia dettagliata.
Anche le ultime analisi, effettuate a metà febbraio, hanno rilevato la presenza dell’inquinante tetracloroetilene, un solvente clorurato, “in un quadro sostanzialmente stabile pur con un generale incremento delle concentrazioni“, come si legge nell’ordinanza a firma del sindaco Ivana Gaveglio.
La presenza della sostanza chimica viene fatta risalire all’inquinamento della falda causato da un’attività industriale un tempo attiva in via Caramagna, area in cui è oggi in corso un procedimento di bonifica a cura del Comune di Carmagnola.
“In attesa di ulteriori approfondimenti, è opportuno rinnovare per 12 mesi le misure cautelative di utilizzo delle acque sotterranee nei confronti di tutta la popolazione, in attesa di disporre degli elementi utili per delimitare con maggior cognizione l’area interessata“, spiega il sindaco.
Ai cittadini che vivono nelle zone interessate dall’ordinanza è quindi fatto divieto -fino al prossimo marzo 2022- di usare l’acqua dei pozzi per bere, preparare bevande o per la cura del corpo, nonché per la preparazione o cottura di alimenti “a meno che il proprietario o l’utilizzatore del pozzo non provveda ad effettuare, a propria cura e spese, analisi idonee a verificare la potabilità dell’acqua“.
Qualora si voglia usare l’acqua dei pozzi per irrigare orti privati domestici, occorre far verificare la concentrazione di tetracloroetilene nelle acque sotterranee, che deve essere inferiore a 40 microgrammi/litro.
“Tutti i cittadini hanno accesso all’acqua potabile, che risulta sicura e priva di contaminazioni da tetracloroetilene“, sottolineano dal Comune, dopo aver fatto anche le opportune verifiche con l’Asl TO5.
Le aziende orticole e zootecniche, sulla base di quanto indicato dal Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria, possono utilizzare l’acqua dei pozzi per irrigazione o per abbeverare gli animali sempre qualora la presenza dell’inquinante sia al di sotto dei limiti indicati.
“E’ responsabilità dell’operatore del settore alimentare delle aziende di produzione ortaggi e zootecniche il controllo dei rischi legati alla produzione primaria e di tutte le operazioni associate, comprese le misure di controllo della contaminazione derivante dall’utilizzo dell’acqua -specifica l’ordinanza comunale- Rimane a cura e spese del titolare o dell’utilizzatore del pozzo la verifica circa la presenza e la concentrazione di tetracloroetilene nelle acque dei pozzi di attingimento, ai fini dell’impiego dell’acqua“.
Qualora vengano accertati valori oltre soglia, l’azienda dovrà sospendere l’utilizzo delle acque di pozzo, fino a ulteriore verifica da parte dell’Asl. Le violazioni verranno perseguite ai sensi del Codice Penale.
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