Disagio abitativo: uno studio della Città Metropolitana coinvolge Carmagnola

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Carmagnola e altri 31 Comuni del Torinese rientrano in uno studio della Città Metropolitana di Torino per trovare soluzioni al disagio abitativo.

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Uno studio di Regione e Città metropolitana ha fatto il punto sul disagio abitativo a Carmagnola e nei principali Comuni del Torinese [immagine di repertorio @ Anci Digitale]
L’emergenza-casa, specie quando si accompagna a disagio economico e abitativo, è un problema molto sentito in tutta Italia, che si acuisce in particolare nei centri urbani e nelle città metropolitane: per questo 32 Comuni del Torinese, tra cui Carmagnola, sono stati oggetto di uno studio per capire quale sia il fabbisogno abitativo sociale del territorio.

“Le questioni aperte intorno alla casa sociale” è il titolo del report, realizzato dall’Osservatorio abitativo sociale della Città metropolitana di Torino e dalla Regione Piemonte, che contiene i dati necessari per affinare le strategie di pianificazione e le scelte politiche che riguardano il tema.

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La ricerca -oltre a Carmagnola- ha preso in esame il capoluogo, Torino, e i Comuni di Alpignano, Avigliana, Beinasco, Borgaro Torinese, Chieri, Chivasso, Ciriè, Collegno, Cuorgnè, Grugliasco, Ivrea, Leinì, Moncalieri, Nichelino, None, Orbassano, Pianezza, Pinerolo, Piossasco, Rivalta di Torino, Rivara, Rivoli, San Giorgio Canavese, San Mauro, Settimo Torinese, Susa, Torre Pellice, Venaria Reale, Villar Perosa e Volvera.

I tecnici provinciali e regionali hanno analizzato i dati realativi alla gestione dei bandi di edilizia residenziale pubblica, l’andamento delle assegnazioni e le tempistiche occorrenti per ottenere la casa; quindi è stato fatto un confronto tra le analogie e le differenze emerse sui diversi ambiti territoriali, in una visione retrospettiva che copre circa l’ultimo decennio (2001–2021).

«Su tutti i territori, compreso quello carmagnolese, emerge che il disagio abitativo si accompagna, anzi spesso è subordinato, al disagio economico e sociale: occorre pertanto intervenire tanto su questi quanto sulla disponibilità di alloggi», dichiarano dalla Città metropolitana.

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«Questo studio è un punto di partenza per favorire la realizzazione di quote di edilizia sociale nei Comuni con maggior fabbisogno, nella convinzione che occorrano politiche integrate, ad ogni livello di governo del territorio, per incrementare l’offerta di case in affitto a canoni sostenibili», spiega il consigliere metropolitano con delega alla pianificazione, Pasquale Mazza.

«La questione è da anni sempre la stessa: abbiamo un patrimonio di edilizia popolare vetusto e una richiesta sempre maggiore, a cui si aggiunge la necessità di non consumare ulteriormente suolo -aggiunge la consigliera metropolitana alle politiche sociali, Valentina Cera- La sfida è certamente difficile, ma il diritto alla casa è certamente una stella polare che può guidare l’operato politico».

Dall’Ente provinciale garantiscono che «le molte questioni sollevate dallo studio non resteranno lettera morta»: il prossimo passo, infatti, sarà di dare avvio a tavoli di confronto con tutti gli attori istituzionali interessati, Comuni compresi, per individuare innovazioni e modifiche che consentano di migliorare le scelte e le strategie di contrasto al disagio abitativo.

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