Si intitola “Di cento sabati ancora” il secondo libro della carmagnolese Maria Teresa Cavallo Brusamolin, che oggi vive a Pralormo, dove gestisce un bar.
“…Di cento sabati ancora” è il titolo del secondo libro scritto e pubblicato nel 2020 da Maria Teresa Cavallo Brusamolin, cittadina di Pralormo dalle origini carmagnolesi.
Proprio dalla realtà di un paesino nella provincia torinese e dal bar Villa, gestito dall’autrice, è nata l’idea di scrivere per arrivare al cuore delle persone. Tutto ha avuto inizio sulla terrazza del bar: qui Maria Teresa ha cominciato a scrivere ogni sabato sera una riflessione propria, condividendola inizialmente sui social network.
Rendendosi conto che non tutte le persone avevano la possibilità di accedere al mondo social, si è fatta strada in lei l’esigenza di raccogliere i propri pensieri e riflessioni per poter arrivare “a tutti, indistintamente”.
Il libro è il frutto dello spirito attivo, dinamico e curioso dell’autrice, del suo approccio positivo nei confronti del mondo, sempre volto all’aiuto del prossimo, grazie ad un’autentica sensibilità e uno spiccato senso di osservazione dell’altro, sempre nell’ottica dell’accoglienza e della comprensione.
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E’ così nata una raccolta di riflessioni su fatti di vita, avvenimenti quotidiani, stati d’animo e ricordi, immortalati da diverse fotografie rappresentative che l’autrice ha voluto fortemente facessero da copertina al libro stesso.
Tutto passa attraverso la penna ed è proiettato secondo il punto di vista dell’autrice, la quale non intende condizionare il lettore bensì “farsi strumento per trasmettere le proprie sensazioni”. La stessa Maria Teresa ama infatti ricordare che “il messaggio dei racconti saprà dove arrivare e dove posarsi, senza alcuna forzatura”.
Le riflessioni raccolte nel libro “… Di cento sabati ancora” riguardano l’arco temporale di due anni, dagli inizi del 2016 sino alla fine del 2017.
Considerata la pubblicazione del libro, avvenuta in tempi lunghi rispetto alla stesura delle riflessioni, e la continua e costante trascrizione di pensieri propri sino ad oggi, al termine dello scritto è stata volutamente aggiunta una libera addenda riportante ulteriori racconti.
Il senso della famiglia, numerosa nel caso della scrittrice, e l’importanza delle radici sono evidenti nelle pagine del libro, come lo dimostra la dedica all’amato e compianto padre Pietro, molto conosciuto a Carmagnola, da cui la stessa ha sviluppato sin da bambina l’interesse e la forte passione per il canto liturgico.
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“… Di cento sabati ancora” è stato preceduto da un primo libro intitolato “…E buona domenica domani” pubblicato nel 2016 e nato sullo stesso desiderio di rendere pubblico il punto di vista personale in merito a fatti di vita quotidiana. In questo caso la dedica era rivolta alla madre dell’autrice.
Nonostante i due libri possano essere letti separatamente, è la stessa autrice a invitare alla lettura di entrambi, per poter cogliere più a fondo il significato delle sue riflessioni.
“Il secondo libro è nato dall’esigenza di completare quello che avevo cominciato. Con esso si chiude un ciclo della mia vita ma non è detto che non ci saranno altre novità in futuro, magari scritti di altro genere”.
Maria Teresa ora è proiettata verso ulteriori progetti.
Forse proprio l’espressione “emergenza planetaria Coronavirus, storia ancora tutta da scrivere…” che chiude il suo secondo libro potrebbe rappresentare la base buona per una nuova allettante sfida.
Giorgia Becchis