Dopo l’approvazione della mozione presentata dai parlamentari piemontesi, che impegna il Governo a non realizzare il deposito nucleare nazionale su terreni agricoli, il Comune di Carmagnola si dichiara convinto dell’esclusione del sito di Casanova dalle aree idonee.
![deposito nucleare carmagnola](https://www.ilcarmagnolese.it/wp-content/uploads/2021/04/deposito-nucleare-carmagnola-terreni-agricoli-1024x661.jpg)
Niente deposito nucleare nucleare su terreni agricoli di pregio (anche locale), né in prossimità di aree tutelate dall’Unesco: questa doppia proposta, contenuta in una mozione approvata in Parlamento, fa tirare un sospiro di sollievo a Carmagnola, sul cui territorio (a Casanova) era stata individuato uno dei 67 siti nazionali potenzialmente idonei a ospitare lo stoccaggio di tutti i rifiuti radioattivi italiani.
“I depositi di scorie nucleari non sorgeranno nel Torinese -annunciano entusiasti dal Comune, con un post su Facebook- La mozione congiunta presentata dai parlamentari piemontesi è stata approvata martedì in Parlamento e potrebbe escludere dalla carta nazionale Carmagnola e il Canavese, due siti individuati in provincia di Torino“.
Si legge testualmente nel testo approvato: “in coerenza ai criteri di esclusione, si valutino iniziative tese ad escludere le parti di territorio con particolari colture di pregio riconosciute a livello nazionale e locale e le aree naturali protette nazionali e regionali del nostro Paese“. Nulla di ancora deciso nei dettagli operativi, quindi, ma l’indirizzo politico al Governo appare forte e chiaro.
La mozione -che impegna anche l’Esecutivo nazionale guidato da Mario Draghi alla massima trasparenza e al coinvolgimento del territori in ogni fase, anche futura, del processo di selezione- è stata accolta con soddisfazione dal sindaco Ivana Gaveglio, che si dice “speranzosa” in merito all’esclusione di Carmagnola dall’elenco delle aree idonee, che sarà stilato a luglio, al termine della fase di osservazioni da parte degli Enti locali.
Il documento approvato in Parlamento, inoltre, vincola anche il Governo a prendere in considerazione aree finora non inserite nella mappa nazionale, soprattutto nell’ottica di limitare l’utilizzo di suolo e favorendo la possibile installazione del deposito nucleare in siti già sfruttati in passato -a fini industriali o militari- e oggi dismessi.
La mozione -presentata da parlamentari piemontesi di svariati schieramenti politici– è stata approvata con 409 voti favorevoli, un contrario e 22 astenuti.