Si è recentemente concluso Con-Tatto “Road to Langhe”, un progetto che ha coinvolto diciannove ragazze e ragazzi autistici, in un cammino lungo i sentieri delle Langhe.

Si è svolto nei primi di maggio il progetto Con-Tatto “Road to Langhe“, partito da Ceresole d’Alba, in piazza Vittorio Emanuele.
L’itinerario, della durata di cinque giorni e lungo 100km, ha consentito a diciannove ragazze e ragazzi autistici di conoscere molte località caratteristiche del territorio -inclusa la stessa Ceresole-, come Alba, Roddino, San Damiano e la Valle Belbo.
“Il progetto è stato curato da Roberto Keller, direttore del Centro Regionale Disturbi Spettro Autistico in Età Adulta dell’ASL Città di Torino -commentano dall’ASL- Il viaggio ha permesso a persone con autismo di migliorare competenze e autonomia, anche camminando insieme a persone non autistiche, per ampliare il contesto relazionale e comunicativo. Inoltre, uno degli obiettivi fondamentali è stato la condivisione della fatica, per raggiungere ogni giorno una nuova meta”.
Il Progetto “Con-tatto” è stato realizzato in partnership con la Cooperativa Animazione Valdocco, Unione Comuni Net e la Cooperativa il Margine; inoltre, ha visto il coinvolgimento attivo ed il supporto di Rotary Club Distretto 2031 e Fondazione Time2.
Durante il cammino, è stato utilizzato il progetto “Cares”, realizzato dall’ASL Città di Torino, dalla Consulta per le Persone in Difficoltà, dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino e da Turismabile. “Cares” ha consentito di sviluppare una guida digitale accessibile, in grado di aiutare le persone autistiche nella scoperta di nuovi paesaggi e cercando di ridurre i possibili fattori di stress.
“Un’iniziativa ambiziosa e costruttiva -l’ha definita Carlo Picco, Direttore Generale dell’ASL Città di Torino- Il progetto ha aiutato i partecipanti a lavorare sulle proprie abilità, familiarizzando con nuovi ambienti e, allo stesso tempo, confrontandosi con esperienze diverse. Si sono rivelati utili anche il supporto della tecnologia e di alcuni esperti.“
Conclude Roberto Keller: “Abbiamo sperimentato un cambiamento del paradigma di trattamento, che vede l’inserimento delle attività abilitative anche al di fuori degli ambulatori, in contesti di vita reale”.