La Città metropolitana di Torino ha completato il censimento delle aree cani -anche a Carmagnola e in tanti Comuni del territorio- per avviare un programma di controllo e contrasto dei bocconi avvelenati.
Si intensifica l’impegno della Città metropolitana di Torino per contrastare il crudele fenomeno dell’avvelenamento dei cani da compagnia con esche avvelenate e bocconi chiodati, che vengono posizionati da veri e propri delinquenti nei parchi cittadini, nei giardini e nelle aree cani dei Comuni del Torinese.
Nei giorni scorsi è stato completato il censimento delle aree cani comunali: una mappatura utile per la programmazione dei controlli degli agenti metropolitani e l’affissione di cartelli di informazione ai cittadini.
Nello specifico, sul territorio del Carmagnolese, sono tre le aree censite a Carmagnola e a Villastellone, quattro a Vinovo, due a Santena, una a Cambiano, Carignano, La Loggia, Piobesi Torinese e Poirino.
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In parallelo è stata avviata una campagna di sensibilizzazione, rivolta sia ai proprietari dei cani perché facciano prevenzione -non solo controllando i loro animali, ma segnalando tempestivamente la presenza di possibili bocconi avvelenati- sia a dissuadere chi lascia le esche sul territorio.
«Spesso persone senza scrupoli utilizzano sostanze tossiche per controllare le popolazioni indesiderate di parassiti o animali considerati dannosi -spiegano dall’Ente provinciale- L’uso indiscriminato di tali sostanze può avere effetti devastanti sull’ambiente e mettere in pericolo la vita degli animali, siano essi domestici che selvatici. Gli animali selvatici e domestici che entrano in contatto con le esche avvelenate possono subire gravi danni alla salute o morire. Uccelli, mammiferi, rettili, sono spesso vittime di avvelenamenti secondari, ingerendo esche avvelenate a causa del consumo di prede già avvelenate, o accidentalmente durante le loro attività quotidiane».
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Le aree cani sono luoghi ad alto rischio, poiché i cani esplorano e annusano tutto ciò che li circonda, perciò sono particolarmente vulnerabili a questo pericolo. Anche i gatti che vagano liberamente negli spazi verdi possono incorrere negli stessi rischi.
«Il veleno non sceglie le sue vittime e le esche possono contaminare corsi d’acqua e terreni provocando danni incalcolabili agli ecosistemi anche nel tempo», rimarcano dall’Ente provinciale.
Avvelenamenti di animali, in campo le Unità Cinofile Antiveleno
Le unità cinofile anti-veleno che contrastano il fenomeno sono formate dalla coppia cane-conduttore che, attraverso un intenso percorso di formazione, sviluppa una fortissima intesa e reciproca comprensione.
Sono costituite da militari dell’Arma dei Carabinieri, da guardiaparco e altro personale degli Enti Parco, da agenti delle Polizie provinciali, tra cui quella della Città metropolitana di Torino.
I cani anti-veleno sono specializzati nell’individuare quantità anche minime di sostanze tossiche sparse sul terreno. L’attività delle unità cinofile è inquadrata nel progetto europeo LIFE WolfAlps EU “Azioni coordinate per migliorare la coesistenza fra lupo e attività umane a livello di popolazione alpina”.
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In particolare, da alcuni anni la Città metropolitana di Torino dispone di un’unità cinofila antiveleno della Polizia locale, di cui fanno parte l’istruttore direttivo di vigilanza e vice-commissario Carlo Geymonat e il cane pastore australiano Myrtille, di cui Geymonat è conduttore.
«Le ispezioni dell’unità cinofila hanno una funzione di prevenzione e deterrenza, per far capire a chi si macchia di questo odioso reato che non sempre può farla franca -concludono dalla Città metropolitana- L’importante è quindi che i padroni dei cani rispettino le regole di comportamento, raccogliendo le deiezioni dei loro amici a quattro zampe, ma soprattutto non lasciandoli liberi nei parchi e controllando il loro comportamento, per evitare che durante le passeggiate al guinzaglio possano trovare e ingoiare cibo non sicuro».
Ma cosa si può fare in caso di emergenza? Chi trova bocconi avvelenati deve segnalarlo alle forze dell’ordine o agli uffici sanitari competenti, chiamando il numero di emergenza 112: ciò consente alla rete di attivarsi anche per interventi di bonifica dei luoghi in cui sono stati segnalati bocconi avvelenati.
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