Gianni Oliva -autore del libro “Il Caso Moro – La battaglia persa di una guerra vinta”- è intervenuto ieri sera in biblioteca. La serata, organizzata dall’Associazione Peppino Impastato, è stata moderata da Francesco Rasero (capo redattore de “Il Carmagnolese”).
Ieri sera, in biblioteca, davanti a un pubblico numeroso e attento, lo storico Gianni Oliva ha parlato degli anni Settanta, un decennio che ha segnato la storia italiana recente.
In particolare, l’ex preside del Baldessano-Roccati è entrato nel dettaglio di una delle azioni più spietate e dolorose del periodo del terrorismo in Italia: il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, di cui ricorrono i 40 anni.
Oliva -già autore di “Torino anni di piombo 1973-1982”- nel 2018 ha pubblicato un libro proprio sul tema, intitolato “Il Caso Moro – La battaglia persa di una guerra vinta”, presentato durante la serata.
«Da quel periodo storico ci viene un insegnamento: mai ammiccare alla violenza, mai pensare a una legittimità sottintesa, mai tollerare –ha sottolineato lo storico– Indulgere significa spingere verso la deriva coloro che non sono protetti dalla paura, coloro che cadono vittime dei loro proiettili. Indulgenti, allora, siamo stati in tanti, più o meno inconsapevoli, chi aveva responsabilità alte e chi non ne aveva. Sono le maglie sfrangiate dell’incoscienza collettiva a permettere il male».
L’evento è stato organizzato dall’Associazione culturale Peppino Impastato; moderatore Francesco Rasero, capo-redattore de “Il Carmagnolese”, introduzione di Valeria Torazza.
«L’autore ha affrontato il delicato tema degli “anni di piombo” con rigore e, allo stesso tempo, con una narrazione impeccabile, accessibile, scorrevole e con un forte impatto anche emotivo», commentano gli organizzatori.