Il Consiglio comunale di Carmagnola è stato convocato alle 9 del mattino del 24 aprile e il centrosinistra, per protesta, ritira tutti i suoi atti: «orario assurdo, imposto senza confronto, dopo mesi di assenza».

Giovedì 24 aprile tornerà a riunirsi, dopo oltre quattro mesi, il Consiglio comunale di Carmagnola, ma a un orario decisamente insolito: le nove del mattino. La scelta, effettuata a maggioranza nella riunione dei capigruppo, ha fatto infuriare gli esponenti dell’opposizione, in particolare i consiglieri di centrosinistra che, per protesta, decidono di ritirare tutti i loro punti.
«A Carmagnola il Consiglio comunale non si riunisce da dicembre, fatto di suo già piuttosto incredibile per una città di quasi 30 mila abitanti …ma il Presidente del Consiglio va in letargo da Natale a Pasqua -esordisce il capogruppo del Partito Democratico, Paolo Sibona– Però entro il 30 aprile è obbligatorio approvare il bilancio, quindi non si può fare a meno di convocare l’assemblea. Ed ecco la sorpresa: Consiglio programmato per il 24 aprile. Alle nove del mattino».
Sibona parla di “una decisione senza precedenti” e contesta innanzitutto il metodo adottato: «La scelta ci è stata comunicata dalla Maggioranza senza nessun margine di trattativa -spiega- Una data e un orario non concordati, ma semplicemente imposti».
Per poi sviscerare le possibili ragioni di un orario così insolito: «Gli atti del Bilancio sono stati depositati all’ultimo minuto e quindi, nonostante i quattro mesi di inattività del Consiglio, la seduta non si sarebbe potuta anticipare -ragiona- Né è possibile rimandarla, perché lorsignori dal 28 al 30 fanno il “ponte”. E non la si può fare la sera del 24, perché il vicesindaco ha illustri ospiti ai Bastioni. Ecco allora l’inedita convocazione al mattino di un giorno lavorativo».
Nel mirino del capogruppo PD finisce, innanzitutto, Filiberto Alberto: «Il Presidente del Consiglio comunale ha abdicato al suo ruolo, non consultando le minoranze e, ancora una volta, scegliendo di essere il mero esecutore materiale di decisioni concordate solo con la Maggioranza».
Da qui la protesta, ritirando tutti gli atti presentati e chiedendo una nuova, ulteriore convocazione dell’Assise civica: «Avevamo presentato vari punti da inserire all’ordine del giorno ma, di fronte a questa rigidità e a questa ennesima forzatura, abbiamo deciso di chiedere una riconvocazione del Consiglio in tempi brevi, per affrontarli in una seduta con modalità e orari che favoriscano la partecipazione e la discussione», conclude Sibona.