Scontro a viso aperto a Carignano sulla questione migranti. Ad accendere nuovamente la scintilla un’ordinanza firmata pochi giorni fa dal sindaco Giorgio Albertino per rivedere le norme di sicurezza in alcune abitazioni gestite dall’associazione Tra.me. Un provvedimento che arriva dopo il sopralluogo dell’Asl, dal quale sarebbero emerse irregolarità nelle cucine a gas di alcuni alloggi.
«E’ vero: in alcune case sistemeremo, in altre gli impianti c’erano e non sono stati visti – dichiara la presidente di Tra.me, Odilia Negro – Ancor più contraddittorie le prescrizioni emesse dal sindaco di Carignano». Con un’ordinanza, il sindaco ha disposto l’immediato inutilizzo del piano cottura alimentato con bombola a gas sino al momento in cui sarà messo a norma l’impianto. Una decisione non condivisa da Odilia Negro: «Martedì 11 luglio la prefettura ha fatto un suo sopralluogo», prosegue la presidente, «ha controllato come i beneficiari vengono gestiti qui e ha confermato che la nostra associazione ‘lavora bene’. Il sindaco Albertino non è venuto, ha mandato l’assessore Margaria, la quale si è espressa dello stesso parere della prefettura. Come presidente di Tra.me voglio tutelare i nostri 75 beneficiari e i miei dipendenti, persone che fanno bene il loro lavoro. I motivi politici non mi interessano».
Pronta la risposta del primo cittadino: «La questione è duplice e come sindaco sono stato obbligato a intervenire», spiega Albertino, «in primo luogo c’è un problema di sicurezza con gli impianti delle cucine a gas, che va garantita a tutti gli inquilini, migranti e cittadini. La seconda faccenda è il sovraffollamento: queste persone vanno ospitate come meritano, mentre spesso vengono accolte in alloggi non abbastanza grandi, con conseguenti problemi di ordine pubblico e di convivenza nell’intero condominio. Servono regole, ed è per questo che ho chiesto alla prefettura di avere una norma sul numero di persone per abitazione».