La compagnia di Carignano Fric-Filo2 ha annunciato le date del suo nuovo grande spettacolo basato sulla vera storia dei quindici camerieri piemontesi che furono imbarcati sul Titanic.
La compagnia teatrale Filodrammatica Fricchieri (Fric-Filo2) si prepara a portare in scena a Carignano la sua nuova opera “Quei piemontesi sul Titanic”, scritta da Pierluca Costa e risultato di un lavoro da primato durato 11 mesi, con 100 e più pagine di copione, quasi 50 serate di prove, 46 attori sul palco, quasi 80 costumi realizzati, brani musicali composti appositamente e la collaborazione dei più grandi esperti nazionali, tra cui Claudio Bossi.
Per il suo valore storico, culturale, rievocativo e commemorativo, l’opera ha ottenuto il patrocinio dalla città di Carignano e dal consiglio della Regione Piemonte.
Gli spettacoli si terranno al piccolo teatro Alfieri di Carignano (via Savoia 50) a dicembre: venerdì 15 e sabato 16 alle ore 21, e domenica 17 alle 15. Altre repliche sono previste a gennaio 2024: venerdì 12 e sabato 13 alle ore 21, e domenica 14 alle 15.
Sarà possibile prenotare i biglietti all’Ottica Scamuzzi di Carignano, nel nuovo negozio in via Savoia 24, oppure via telefono al numero 011-9699602. Ulteriori aggiornamenti saranno pubblicati sulla pagina Facebook della compagnia teatrale Fric-Filo2.
La Fric-Filo2 presenta lo spettacolo “Quei piemontesi sul Titanic”
Ecco la trama di “Quei piemontesi sul Titanic”:
Southampton, il 6 aprile 1912. Sono circa le 8 del mattino quando al molo 44 un debole sole primaverile scalda i frenetici preparativi per la partenza del secolo: quella della Royal Mail Ship Titanic, di proprietà della compagnia navale White Star Line. Ed è lo stesso tepore che avvolge gli animi dei camerieri italiani che si apprestano a salire sul transatlantico più lussuoso esistente e, tra loro, i nostri quindici piemontesi.
Se il frizzante vento oceanico e l’insopportabile instabilità del clima britannico sono l’altare del primo giorno di lavoro per Giovanni Salussolia (Piero Gilardi), Candido Scavino (Giancarlo Cerutti), Giacomo Sesia (Gabriele Garnero), Battista Bernardi (Giacomo Aghemo) e Vincenzo Pio Gilardino (Alberto Ballestrazzi), allora il Titanic ne è la cattedrale, e il maître Luigi Gatti (Renato Pautasso), sceso orgoglioso dalla «sua» nave, è il sacerdote che li battezza e li avvia a un viaggio esclusivo, tra le pareti appena ultimate del ristorante galleggiante “A la carte”.
I nostri cinque camerieri sono pronti, sono felici ed entusiasti per quella grande occasione e, affiancati dalle cameriere Bianca (Sonia Rubatto), Rosina (Paola Gennero), Vittoria (Giulia Ghirardo Romero) e da una determinata dama di compagnia (Roberta, interpretata da Donatella Piacenza), si apprestano a dare il massimo della loro professionalità. Una professionalità «all’italiana», potremmo dire, pregna di umanità e generosità, tanto da spingere Vincenzo Pio Gilardino a mettere a repentaglio il proprio contratto con Gatti, pur di donare una seconda possibilità alla cugina Caterina (Sofia Taberna) e al suo piccolo Stefano (Michele Ghirardo Romero), con il nonno Mario (Mario Groppo), già trafitti dalla cattiva sorte e saliti a bordo clandestinamente.
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Il 10 aprile, esattamente alle ore 12, il Titanic salpa per il suo viaggio inaugurale e con esso i nostri camerieri. Sono giornate frenetiche e faticose a bordo del transatlantico, ma sempre leggere e ricche di allegria come solo noi italiani sappiamo fare, da nord a sud. Sotto l’indeformabile sguardo del direttore Gatti si consumano amicizie, amori e simpatie, ma destinate ad alimentare anche distruttive invidie. Nulla, tuttavia, può scalfire gli animi dei nostri guerrieri di sala, che brillano anche di fronte a personalità potenti come i coniugi Widener (Alberto Turletti e Giacinta Massucco).
Tuttavia, è proprio nel momento più tragico che il meglio e il peggio dell’uomo emergono simultaneamente: quando alle 23:40 del 14 aprile 1912 il Titanic urta contro un iceberg e, davanti allo sguardo attonito e impotente del capitano Edward John Jr. Smith (Sergio Zappino), condanna 1518 persone a morte, tra queste anche i nostri quindici camerieri insieme ad altri ventisei italiani.
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