L’Associazione Pescatori Carmagnolesi compie 50 anni: il Consiglio Direttivo ne ripercorre le principali tappe.
Riceviamo dal Consiglio Direttivo dell’Associazione Pescatori Carmagnolesi e pubblichiamo:
L’Associazione Pescatori Carmagnolesi fu costituita nel 1971 da un appassionato gruppo di pescatori locali che subentrarono nella gestione della Riserva di Pesca di Carmagnola, fino a quella data affidata a privati.
La Riserva comunale di pesca di Carmagnola ha origini dal “diritto esclusivo di pesca sul fiume Po” concesso nel 1697 dal Principe Emanuele Filiberto Amedeo di Savoia alla “sua fidelissima Città di Carmagnola”. Con tale concessione, Carmagnola otteneva il privilegio di riservare ai suoi cittadini lo sfruttamento di quanto il fiume offriva, diventando la proprietaria della fauna ittica presente.
Nel corso degli anni la gestione del diritto è stata affidata a più persone che ne hanno tratto vantaggi e oneri finché, nel 1971, venne assegnata all’Associazione Pescatori che, non avendo scopo di lucro, ha aperto la fruizione del diritto a tutti, carmagnolesi e non, a fronte del costo del semplice tesseramento.
In questi cinquant’anni migliaia di soci hanno potuto usufruire di questa risorsa importante e unica nel suo genere; decine e decine di Consigli direttivi hanno dedicato con passione tempo e forze per far funzionare al meglio la Riserva nel rispetto delle leggi sulla pesca sempre in accordo con tutte le Amministrazioni comunali succedutesi.
Tra momenti di grande splendore, per numero di soci e opportunità offerte dal fiume, e altri, più recenti, meno splendenti a causa delle mutate abitudini dei giovani, dell’impoverimento del fiume per tante cause diverse e della pochissima attenzione degli Enti governativi al mondo della Pesca, ci siamo ancora; molti di meno di un tempo ma animati ancora da spirito positivo e con tanti progetti.
Nata nel 1971 per tutelare i diritti dei pescatori locali, mantenere i privilegi del diritto esclusivo e ripopolare secondo il piano concordato con il Comune, oggi siamo diventati un’Associazione di Promozione Sociale Ente Terzo Settore, con uno statuto sociale che rispecchia le nostre attività attuali.
Tra queste: operare per la tutela degli ambienti acquatici, delle zone umide e dell’ittiofauna, anche attraverso la gestione diretta di ambienti acquatici pubblici e privati, tratti di fiume e laghi, compresi quelli con diritti esclusivi di pesca sussistenti; realizzare, in collaborazione e sotto il controllo degli Enti preposti, attività di recupero, allevamento, immissione di fauna ittica autoctona nonché gestione incubatoi ittici; promuovere e realizzare attività culturali, di ricerca scientifica, didattiche e altro per una migliore conoscenza e tutela degli ambienti acquatici, dell’ittiofauna, delle normative vigenti in materia di pesca sportiva; suggerire e realizzare, in collaborazione con gli Enti preposti, attività di ripristino ambientale nei corsi d’acqua e nelle zone umide, per garantire un buon funzionamento degli ecosistemi acquatici e dei cicli riproduttivi dell’ittiofauna.
Così si spiegano alcuni passaggi più o meno recenti della nostra storia: l’incubatoio ittico della cascina Vigna, il ripristino promosso della Lanca di San Michele, la manutenzione delle strade di accesso al fiume, le manifestazioni alla Dacia del Ceretto e tutte le altre attività che ogni anno, quando possibile, vengono fatte per dare forza e contenuto al diritto esclusivo di pesca acquisito dalla città nel 1697.
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La natura non sempre ci aiuta; le asciutte dei siti di riproduzione dei pesci, gli uccelli ittiofagi (cormorani, aironi, gabbiani) e i predatori alloctoni (siluri) colpiscono la residua fauna ittica presente; le leggi sulla pesca non sempre aiutano a tutelare l’ittiofauna e a favorire la pratica sportiva della pesca; la burocrazia ci obbliga spesso a fare mestieri non nostri e ci ostacola su proposte di buon senso (lago Monviso).
Eppure nonostante tutto questo il nostro tratto di fiume Po, crediamo molto anche per le nostre attenzioni, ospita, tra le specie ittiche più comuni, anche popolazioni di trota marmorata geneticamente pure al 98%, una specie di temolo pinna blu (Timallus Aeliani) unica in tutte le acque italiane e i pochi superstiti del luccio italico (Esox cisalpinus). Grandissimo è quindi il nostro impegno per difendere tutto questo e per conservare viva l’antica passione dei carmagnolesi per la frequentazione del fiume.
Celebriamo quindi con orgoglio il nostro cinquantenario rimandando la festa a quando finirà questa orribile situazione pandemica. Ringraziamo tutti quelli che ci hanno sostenuto in questo lungo cammino ricordando con nostalgia quelli che ci hanno accompagnato ma che purtroppo non ci sono più.
Il Consiglio Direttivo