L’Asl TO5 promuove l’assistenza ostetrica a domicilio: dalla necessità di supportare le mamme durante la pandemia a un nuovo modello di integrazione tra ospedale e territorio.
«Tutte le mamme dovrebbero avere un’assistenza così»: non ha dubbi Sara, due bimbi nati nel 2022 e nel 2024, riferendosi al servizio di ostetrica a domicilio garantito dall’Asl TO5.
Si tratta dell’Assistenza Domiciliare Ostetrica in Continuità (ADOC), nata nella prima fase pandemica del 2020 nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Moncalieri, oggi diretto da Andrea Scoletta.
Il progetto è stato successivamente integrato nell’offerta assistenziale dei servizi dell’Asl TO5, applicando quanto richiesto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per favorire l’adattamento post-natale del nuovo nucleo familiare, con un’integrazione tra servizi sociali, servizi sanitari territoriali e ospedalieri.
«Il progetto ha posto il suo focus sulla casa, dove l’assistenza va oltre i semplici controlli sanitari e si protende a un’osservazione a 360 gradi per cogliere quelle informazioni che in un contesto ospedaliero non sempre è possibile individuare», spiegano dall’Azienda sanitaria.
Le ostetriche si recano infatti a casa delle neo-mamme, con accurate visite ai figli e valutazioni sull’andamento dell’allattamento, oltre a fornire supporto e rassicurazioni.
«Mi hanno permesso di vivere un momento delicato in assoluta serenità -prosegue Sara- Sono state presenti e puntuali sia negli incontri, sia nelle richieste che facevo via mail e via telefono fino a quando, insieme, non abbiamo valutato che sia io sia i miei bambini fossimo pronti a continuare da soli».
Dettagliano dall’Asl: «Nello specifico, il modello ADOC consente di erogare negli incontri a domicilio gli interventi assistenziali prescritti in fase di dimissione, in base ai bisogni intercettati e alla cultura caratteristici del nucleo famigliare, e gli interventi educativi e di supporto -spiegano- Le ostetriche si pongono in ascolto della famiglia, sostenendo le competenze nell’accudimento del neonato e fornendo un’assistenza personalizzata intercettando precocemente le condizioni di allerta clinica e psico-sociale e facilitando il collegamento tra la rete ospedaliera e territoriale: questi ultimi elementi rappresentano due dei principali valori riconosciuti al progetto».
Fondamentale è la collaborazione tra i vari membri dell’équipe sanitaria: «Le sfide affrontate sono molteplici, a partire dalla condivisione degli obiettivi, in tempi contratti, tra professionalità differenti in discipline diverse (infermieri, medici, e ostetriche delle discipline di ostetricia e neonatologia) -sottolineano dall’Azienda sanitaria- In tempi di ristrette risorse è stata necessaria un’importante, complessa e rapida riorganizzazione dei turni che consentisse di rispondere alle esigenze di copertura del progetto, sia per le visite a domicilio sia per le consulenze telefoniche necessarie».
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La cura domiciliare incontra anche il favore delle ostetriche, come racconta Ada Vocale: «L’approccio domiciliare offre la possibilità di avere uno sguardo più ampio sulla nuova famiglia. A domicilio, infatti, a differenza di quanto sia possibile fare durante la degenza ospedaliera, possiamo dedicare un tempo esclusivo, continuativo e piuttosto lungo. La relazione di cura con le famiglie è più intensa perché, accogliendoci a casa loro, si mostrano nella routine quotidiana con le loro emozioni, le fragilità, le paure e i dubbi permettendoci di offrire un supporto personalizzato. Per noi professioniste significa acquisizione di nuove competenze e ampliamento del nostro bagaglio professionale: tutto ciò richiede un impegno notevole e un continuo aggiornamento, ma i riscontri positivi e le relazioni instaurate con molte famiglie lo ripagano ampiamente».
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Nell’Asl TO5, ad oggi, sono già state assistite a domicilio 2.192 donne, garantendo almeno due visite a nucleo famigliare. Il 98% delle famiglie, che ha compilato un questionario di gradimento sul servizio offerto in un periodo campione di 18 mesi, ha espresso piena soddisfazione per l’assistenza, ritenuta utile per affrontare con maggiore sicurezza e competenza i bisogni di cura.
«Le nostre ostetriche hanno saputo portare umanità e vicinanza alle neo-mamme proprio quando questi due termini sembrava fossero destinati a scomparire -commenta il direttore generale Bruno Osella– Dall’emergenza è nato un nuovo approccio all’assistenza nell’ambito materno-infantile che riesce a coniugare una prestazione di elevata qualità in un ambiente domiciliare. Un progetto che merita di essere sostenuto e ampliato».