Asl TO5, svolta nella terapia del reflusso gastroesofageo

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L’Asl TO5 all’avanguardia nella terapia del reflusso gastroesofageo, grazie al “Reflux stop” installato per la prima volta nei giorni scorsi al Santa Croce di Moncalieri.

reflusso gastroesofageo
Un momento dell’operazione (foto: Asl TO5)

Nei giorni scorsi, la Struttura di Chirurgia dell’ospedale Santa Croce di Moncalieri dell’Asl TO5, guidata dal dottor Gabriele Pozzo, ha impiantato per la prima volta due impianti in grado di stoppare il reflusso gastroesofageo.

«La terapia di elezione per il reflusso gastroesofageo è sicuramente farmacologica, con l’assunzione degli inibitori della pompa protonica –spiega il chirurgo- Tuttavia, in pazienti adeguatamente selezionati, l’opzione chirurgica rappresenta una valida alternativa».

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Accanto alla classica chirurgia mininvasiva antireflusso, negli ultimi anni si è sviluppato un filone di ricerca nell’ambito dei dispositivi impiantabili, con l’obiettivo di ottenere una standardizzazione della procedura chirurgica, garantendo l’ottimizzazione dei risultati, riducendo gli effetti collaterali come disfagia, distensione addominale, difficoltà di eruttazione e vomito.

«Dallo scorso mese di settembre abbiamo ripreso a impiantare il sistema Linx (un anellino magnetico che va a ricostituire la barriera antireflusso), che però non è adatto a tutti i pazienti affetti da malattia da reflusso -spiegano dall’Asl TO5- Esiste però questo sistema alternativo in silicone, denominato Reflux Stop: la Comunità chirurgica ha scelto il nostro centro perché questo intervento deve essere eseguito da chirurghi che vantino una grande casistica in termini di interventi di chirurgia funzionale esofago-gastrica e così dall’estate scorsa il dottor Pozzo ha iniziato il training formativo con i migliori chirurghi europei e statunitensi per introdurre questa tecnica».

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La squadra della Chirurgia di Moncalieri guidata dal dottor Pozzo

La nuova tecnica permette di ricostruire, mediante punti di sutura in materiale non riassorbibile, uno dei principali meccanismi che contribuiscono alla prevenzione del reflusso gastroesofageo, l’angolo di His.

Il fondo gastrico viene poi rinforzato creando sulla parete anteriore una tasca nella quale si inserisce il dispositivo sferico, costituito da silicone biocompatibile, allo scopo di mantenere la giunzione gastroesofagea in posizione intra-addominale bloccando la risalita sovradiaframmatica dello sfintere esofageo inferiore durante la respirazione.

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L’intervento, della durata massima di un’ora, necessita di anestesia generale e sfrutta un approccio laparoscopico. Non sono necessari drenaggi e il paziente, dopo aver trascorso una sola notte in ospedale, viene dimesso al domicilio e può da subito riprendere le abitudini quotidiane.

«Questa innovativa procedura agisce andando a ricostituire i meccanismi fisiologici di competenza del giunto esofagogastrico, bloccando il reflusso di materiale acido in esofago –spiega ancora il dottor Pozzo- Questo intervento va pertanto ad ampliare le possibilità di scelta a disposizione del chirurgo nell’ottica di sviluppare una chirurgia sempre più su misura per ogni singolo paziente».

Si tratta di un intervento definitivo al quale possono accedere tutti i pazienti affetti da reflusso gastroesofageo con eventuali piccole ernie iatali da scivolamento. L’unica controindicazione è quella di essersi sottoposti in precedenza a chirurgia gastrica.

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I due dispositivi sono stati impiantati sotto la supervisione del professor Jorge Zehetner, dell’Università di Berna, pioniere di questa tecnica, che ha validato la corretta esecuzione delle procedure eseguite dall’ equipe chirurgica, certificando la Chirurgia di Moncalieri come centro idoneo all’esecuzione della procedura e che si è complimentato con il dottor Pozzo e con tutta la sua squadra.

«Ad oggi il Santa Croce di Moncalieri è uno dei pochi ospedali al mondo in cui il paziente può essere sottoposto all’ intervento chirurgico più appropriato in base alle proprie caratteristiche -concludono dall’Azienda sanitaria- Questo grazie anche alla Direzione Ospedaliera che ha avvallato con una visione lungimirante questo processo di crescita».

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