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Aria a Carmagnola in miglioramento, ma resta il problema del PM10

Arpa Piemonte e Città metropolitana di Torino hanno pubblicato il report annuale sulla qualità dell’aria: a Carmagnola si registra un miglioramento, ma ci sono ancora troppi sforamenti per quanto riguarda le polveri sottili (PM10).

Arpa Piemonte e Città metropolitana di Torino hanno pubblicato il report annuale sulla qualità dell’aria, che include anche i dati rilevati dalla centralina di Carmagnola [immagine di repertorio – foto @ Pexels]
È stato pubblicata la nuova edizione del rapporto “Uno sguardo all’aria”, redatto da Arpa Piemonte e Città metropolitana di Torino: per Carmagnola i dati generali (riferiti allo scorso anno) sono in miglioramento, anche se il numero di sforamenti per quanto riguarda le PM10 continua a essere al di sopra dei limiti di legge.

«Il 2023 è stato un anno favorevole per la qualità dell’aria, avendo avuto condizioni che hanno facilitato la dispersione degli inquinantispiegano i tecnici- L’analisi complessiva evidenzia una situazione che negli ultimi anni si è evoluta positivamente, in particolare se si considera l’esposizione media della popolazione, ma i miglioramenti non sono ancora tali da garantire il rispetto dei valori limite e obiettivo su tutto il territorio».

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Proprio la centralina di piazza I maggio a Carmagnola (alle spalle dell’ospedale San Lorenzo) resta tra quelle che registrano i dati più preoccupanti di tutta la Provincia, a partire dalle rilevazioni del PM10, le cosiddette “polveri sottili”. 

Gli sforamenti giornalieri nel corso dell’anno risultano essere stati 39, quattro in più del valore-limite, risultato peggiore Torinese dopo il capoluogo e Settimo. A febbraio, gennaio e ottobre i picchi negativi, con una media mensile superiore alla soglia di 40 μg/m3.

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Si abbassa, però, il dato medio sui 12 mesi, che risulta pari a 31 μg/m3, rientrando quindi nei parametri di legge e facendo registrare il miglior risultato degli ultimi dieci anni a livello cittadino.

Anche i 39 sforamenti giornalieri, a guardare la serie storica 2014-2023, rappresentano un passo in avanti, seppur insufficiente: l’anno precedente erano stati oltre il doppio (82) e nel 2017 ben 122. Mai era stato registrato un numero così basso, per quanto ancora oltre i limiti.

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Per quanto riguarda gli altri inquinanti monitorati dalla centralina carmagnolese, resta stabile il biossido di azoto (NO2), che nel 2017 aveva superato la soglia per la protezione della salute -40 microgrammi al metro cubo- e che invece da alcuni anni risulta intorno ai 30 μg/m3 come media annuale.

Nessuna variazione anche per quanto riguarda la presenza, residuale, di arsenico, cadmio e piombo, mentre si registra un lieve aumento relativo al nichel, in quantità comunque decisamente al di sotto dei valori di allerta.

Anche la percentuale di benzo(a)pirene nel particolato rimane bassa e in linea con il biennio precedente, attestandosi su livelli pari a circa la metà rispetto a quelli di inizio decennio.

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«Occorre ancora ridurre le emissioni di inquinanti dalle principali sorgenti, in particolare traffico veicolare, combustione della biomassa e attività zootecniche per garantire a tutti i cittadini un ambiente salubre e una qualità dell’aria soddisfacente» è il commento generale di Arpa e Città metropolitana.

Aggiunge Alessandro Sicchiero, sindaco di Chieri e consigliere delegato all’ambiente della Città metropolitana: «La transizione ecologica è la chiave per consentire il conseguimento dei nuovi valori limite, una strada da percorrere con fermezza e determinazione».

Il report “Uno sguardo all’aria” rappresenta un documento tecnico che descrive attraverso dati ed elaborazioni l’evoluzione e lo stato della qualità dell’aria nel territorio della città metropolitana di Torino a partire dai primi anni Settanta.

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