Arpa Piemonte e Città metropolitana di Torino hanno pubblicato il nuovo rapporto “Uno sguardo all’aria” che contiene anche i dati registrati dalla centralina di piazza I maggio a Carmagnola. In città torna a preoccupare soprattutto il valore del PM10, le cosiddette polveri sottili.
Sono stati resi noti i risultati del monitoraggio ufficiale della qualità dell’aria nel Torinese -compresa Carmagnola, tramite la centralina di piazza I maggio- promosso dall’Arpa Piemonte e dalla Città metropolitana di Torino e sintetizzato dal rapporto “Uno sguardo all’aria”.
Si tratta dei dati riferiti a tutto l’anno 2022, inseriti in un approfondito documento tecnico che descrive l’evoluzione e lo stato della qualità dell’aria nel territorio provinciale.
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In generale, nell’intera area torinese, nove dei 12 inquinanti per i quali sono stabiliti valori di riferimento rispettano i valori limite mentre, come negli anni precedenti, il particolato PM10 (le cosiddette “polveri sottili”) e il biossido di azoto sono al di sopra.
In particolare, le concentrazioni di PM10 sono aumentate rispetto all’anno precedente, mentre quelle dei biossido d’azoto restano costanti, confermando il miglioramento significativo ottenuto nel 2020 e nel 2021.
«Il 2022 è stato estremamente siccitoso, una condizione sfavorevole alla dispersione degli inquinanti», sottolinea Secondo Barbero, direttore generale di Arpa Piemonte. Commenta Gianfranco Guerrini, sindaco di Vinovo e consigliere delegato all’ambiente della Città metropolitana: «I dati certificano l’efficacia delle misure di risanamento adottate, tuttavia occorre fare di più e meglio».
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Per quanto riguarda, nello specifico, i valori rilevati a Carmagnola, la centralina di piazza I maggio, alle spalle dell’ospedale San Lorenzo, ha monitorato il biossido d’azoto (NOx), il PM10, il benzo(a)pirene e altri inquinanti come arsenico, cadmio, nichel e piombo.
Positivo il dato del biossido d’azoto, che dal 2017 in città non supera i valori-limite di 40 microgrammi al metro cubo: lo scorso anno la media è stata di 29, ancora in lieve diminuzione rispetto al biennio precedente.
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Resta negativo, invece, il parametro del PM10, le polveri sottili, ambito in cui Carmagnola risulta il Comune più inquinato della Provincia dopo Torino, con 82 superamenti in un anno del limite per la protezione della salute (fissato in 50 µg/m3 come media giornaliera). Solo due stazioni di misuramento del capoluogo hanno registrato risultati peggiori.
Il valore medio annuo, invece, resta di poco al di sotto della soglia (37 µg/m3 con il limite fissato a 40) ma fa comunque registrare il peggior dato degli ultimi cinque anni.
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Decisamente migliore la situazione per quanto riguarda gli altri inquinanti. La presenza di arsenico nelle polveri inalabili si conferma trascurabile; per il cadmio la concentrazione è significativamente inferiore rispetto al valore obbiettivo e anche nichel e benzo(a)pirene fanno registrare valori ampiamente al di sotto della soglia.
«I livelli di piombo sono due ordini di grandezza inferiori rispetto ai rilevamenti dei primi anni di monitoraggio e di un ordine di grandezza inferiori al limite previsto dalla normativa (0,5 µg/m3) -aggiungono i tecnici che hanno redatto il rapporto provinciale- Rispetto al 2021 si registra un lieve peggioramento delle concentrazioni, anche se l’andamento nel lungo periodo è in decrescita».
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