“Il Carmagnolese” pubblica la lettera di Tatiana, volontaria da anni impegnata a favore delle colonie feline di Carmagnola e dintorni, che esorta a non dimenticare i gatti abbandonati, tanto meno in questo periodo di emergenza socio-sanitaria.
Mi presento: il mio nome è Tatiana, ma per tutti ormai sono “la signora dei gatti”.
In questo momento cosi particolare per tutti, si riscopre la possibilità di avere del tempo a disposizione per leggere e informarsi: ecco il motivo per cui sono qui a raccontare la mia storia.
Ho 55 anni e, da oltre 15, mi occupo della maggior parte delle colonie feline del territorio di Carmagnola e dintorni.
L’amore per gli animali mi è stato trasmesso dalla mia meravigliosa famiglia ed è stato per me la salvezza quando, purtroppo, uno dopo l’altro un brutto male si è portato via la mia amata sorella, suo marito e mio padre.
Quando il destino si accanisce così su una persona, le alternative sono due: arrendersi e deprimersi o lottare e trovare uno scopo per andare avanti. Io il mio scopo l’ho trovato nell’aiutare gli animali abbandonati. In questo modo mi sembrava di poter fare la differenza, almeno per loro; di non essere solo una triste spettatrice del compiersi di destini tristi e dolorosi senza poter fare nulla.
E’ iniziata così la mia missione per aiutare i gatti di colonia in particolare, ma tutti gli animali bisognosi in generale. Parlo di missione, perché di questo si tratta: da 15 anni, senza mai saltare un giorno, con qualunque tempo, dalla pioggia alla neve al caldo torrido, mi occupo di sfamare 16 colonie feline a Carmagnola e nei dintorni.
Porto loro il cibo, lascio pulite le postazioni dove vanno a mangiare e, ai gattini che si avvicinano, dispenso coccole e carezze. Ormai riconoscono il rumore della mia auto e, quando arrivo e chiamo forte a raccolta tutti quanti, molti arrivano e questo mi riempie il cuore. Perché se arrivano significa che sono ancora vivi, che nessuno ha fatto loro del male, che tutto sommato stanno bene per come si possa star bene vivendo per strada..
Ma in tutti questi anni non ho solo provveduto a sfamare i gatti randagi: moltissimi fra loro li ho curati e sterilizzati a mie spese, perché le colonie si moltiplicano se non si sterilizza e diventa un impresa impossibile gestire tutti questi animali.
Ci sono infatti -oltre agli abbandoni- troppi gatti anche di proprietà non sterilizzati che vengono lasciati liberi di uscire, senza pensare che così ripopolano costantemente le colonie feline che con fatica ho nel tempo sterilizzato.
Potete immaginare che enorme impegno economico, di tempo e di organizzazione sia provvedere da sola a tutto questo?
Per rendere l’idea il quantitativo di cibo necessario è di 60 cartoni al mese di scatolette (ogni cartone ne contiene 24) e di 180 kg di crocchette, senza contare l’ acquisto di piattini e ciotole che vengono sostituiti ogni giorno per evitare sporcizia e cattivi odori.
A questo si aggiungono l’acquisto di contenitori plastificati, che mantengono in ordine e protetto il cibo ma che spesso troviamo danneggiati per dispetto.
Una spesa e un lavoro enormi a cui ho provveduto da sola per anni finché, nel 2017, è iniziata una splendida collaborazione con altre volontarie di zona, con le quali condivido gli stessi ideali di cura e tutela degli animali abbandonati.
Deluse da nostre precedenti esperienze associative, abbiamo preferito una collaborazione concreta e trasparente, in cui vigono il massimo rispetto e la disponibilità ad agire quando è necessario. Insomma, pochi fronzoli e tanto lavoro: questo è il gruppo “Volontarie Attive”.
Come gruppo spontaneo di volontarie non abbiamo aiuti di alcun genere, né da parte del Comune (il quale provvede a una piccola parte di sterilizzazioni e solo in alcune colonie: un intervento che è di aiuto ma, nella realtà, insufficientiea contenere il problema del randagismo felino) né da entrate fiscali, come ad esempio il 5×1000, che è invece riservato ad associazioni Onlus.
Quello che facciamo lo facciamo di tasca nostra: cerchiamo di trovare fondi organizzando piccoli eventi come apericene e riunioni commerciali, che ci garantiscono un contributo. Ma la nostra forza sono le persone che ci conoscono e ci vedono all’opera, di giorno, di notte …quando c’è un emergenza, i telefoni squillano e noi in qualche modo rispondiamo sempre.
Questo fa sì che ci siano, nei nostri confronti, stima e fiducia, perché alle parole seguono sempre i fatti e i problemi si tenta di risolverli.
Riceviamo qualche piccola donazione che ci permette di saldare un po’ per volta gli enormi debiti che abbiamo con i veterinari (e ringraziamo la sezione Lav di Carmagnola per il contributo al volontariato locale, che riesce ad offrirci in occasione delle Giornate Nazionali) e per l’acquisto di cibo.
Da qualche mese abbiamo concordato con il negozio “Il granatin” di Carmagnola la possibilità di fare dei buoni dell’importo desiderato da lasciare a nostro nome per acquistare il cibo necessario.
Una formula che funziona abbastanza bene, anche se di recente -complice l’emergenza Coronavirus e relative restrizioni– si è fermato il meccanismo virtuoso di donazioni spontanee, lasciandoci in seria difficoltà per continuare a sfamare le colonie.
Ma non ci occupiamo solo di questo. Siamo cinque e ognuna di noi, in base al tempo disponibile dopo il lavoro e gli impegni familiari, ha dei ruoli ben precisi all’interno del gruppo, in modo che tutte siamo sempre informate all’istante di ogni accadimento e in autonomia ognuna provveda in base alla propria competenza: chi si occupa del giro colonie quotidiano, chi di cani maltrattati o ceduti per evitare il rischio che possano finire in pessimi rifugi dove di loro non si riceveranno più notizie, chi si occupa di svezzare le cucciolate e ospitare mici con disabilità, chi di organizzare eventi e gestire gli appelli per raccogliere cibo e donazioni che ci consentono di andare avanti, trovare adozioni, segnalare situazioni di difficolta, eccetera.
Insomma: tutte siamo attive ogni giorno per tentare nel limite delle nostre possibilità di fare la differenza fra vivere o morire per queste creature.
Forse non tutti sanno cosa siano le colonie feline e, immaginando si tratti di un gattile (che, peraltro, a Carmagnola servirebbe tantissimo), lo paragonano al canile comunale. Niente di piu errato: una colonia, come quelle di cui mi occupo, è un insieme di gatti liberi senza ripari, in aree concordate con il Comune dove lasciare il cibo a cui loro accedono per nutrirsi e che, dopo il pasto, abbandonano perché il traffico, i rumori e la scarsa tolleranza umana li obbligano ad allontanarsi.
Molto spesso mi sono trovata nella condizione di dover difendere e difendermi da aggressioni verbali (e non) da parte di persone incivili e prepotenti, perché la sicurezza degli animali è la mia priorità e non mi tiro indietro di fronte a nessuno per il loro bene.
Come vedete, non è facile, per tante ragioni: ecco perché chiedo a tutti voi, da adesso in poi, di guardare con occhio diverso le colonie feline e il lavoro che i volontari seri fanno ogni giorno. E magari anche voi dare una mano donando del cibo, offrendo un piccolo contributo, aiutandoci stallando animali in attesa di adozione… Tutti possiamo fare qualcosa se vogliamo, perché più siamo e più ne aiutiamo!