Dopo un mese di presidio permanente davanti ai cancelli dello stabilimento, è stato trovato l’accordo per i lavoratori dell’Ilva di Racconigi, nell’ambito delle trattative con la multinazionale dell’acciaio Arcelor Mittal.
Dopo un mese di presidio permanente davanti ai cancelli dello stabilimento, è stato trovato l’accordo per i lavoratori dell’ex Ilva di Racconigi, nell’ambito delle trattative con la multinazionale dell’acciaio Arcelor Mittal.
Per i circa 140 dipendenti della fabbrica racconigese scatteranno quattro settimane di cassa integrazione ordinaria, dal 29 giugno al 24 luglio.
La ripartenza sarà graduale, con un terzo della forza lavoro che tornerà inizialmente in azienda e successivi confronti tra sindacati e dirigenza per valutare gli sviluppi della situazione.
Lo sblocco della trattativa permetterà la ripartenza innanzitutto del magazzino, con la spedizione dei materiali già prodotti. Prevista quindi la ripresa di almeno due linee di lavorazione.
La proprietà ha fatto dei passi indietro rispetto a quando aveva annunciato la possibilità di non riaprire più gli stabilimenti Ilva di Racconigi al termine della cassa integrazione Covid, proponendo altri tre mesi di cassa integrazione a “zero ore”.
Oltre al presidio davanti alla fabbrica, manifestazioni e cortei erano stati organizzati anche in città a Racconigi, raccogliendo il pieno sostegno dell’Amministrazione Oderda e della popolazione.
Alcuni lavoratori di Racconigi avevano anche nei giorni scorsi partecipato anche alla protesta nazionale indetta a Roma dai sindacati metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil, in rappresentanza simbolica di tutti i dipendenti.